Recensione: Ancient Woods

Di Nicola Furlan - 25 Gennaio 2023 - 2:06
Ancient Woods
78

In ambito estremo è ormai certificato che gli anni in cui stiamo vivendo siano identificabili a tutti gli effetti da una nuova era di talenti e da ispirazioni oscure. Sia in ambito death/doom e funeral doom, sono ormai moltissimi i nomi a dar vita a veri gioielli oscuri. E la cosa straordinaria è che ogni giorno c’è una sorpresa in termini di qualità. Ormai l’aspettativa è confermata dalla maggior parte delle release underground in giro per il mondo. Non fanno eccezione gli statunitensi Harvest Gulgaltha giunto con questo “Ancient Woods” al secondo full-length della carriera. Occultismo, oscurità e sofferente psichedelia sono gli ingredienti che più caratterizzano questo ascolto. I suoni acidi, a tratti ripetuti in un loop malsano e cuciti a sangue da strazianti urla sono i tasselli che identificano questi sette brani, una vera discesa a spirale verso l’inferno. Cupi anche i suoni (pure lo-fi attitude!), trademark imprescindibile per ogni espressività death/doom, sopratutto per un drumming che trasmette la sensazione di un incedere agonizzante e senza speranza. “Ancient Woods” è davvero uno dei tanti dischi su cui vale la pena spendere del tempo. Amanti dell’oscuro fatevi avanti e unitevi alla negromanzia in corso.

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Genere: Death  Doom 
Anno: 2022
78