Recensione: Angels Cry: 20th Anniversary Tour

Di Luca Montini - 12 Febbraio 2014 - 0:00
Angels Cry: 20th Anniversary Tour
Band: Angra
Etichetta: Edel Music
Genere:
Anno: 2014
Nazione:
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80

Still reaching horizons: con la discografia dei brasiliani Angra eravamo rimasti appena un anno fa al best of “Best Reached Horizons” che ci aveva permesso di fare un bel ripasso della storia della band. Una storia ventennale, scandita da sette album in studio. Una storia che può essere grossolanamente suddivisa in due “ere”: la prima, gli anni novanta (1991 – 2000), con Andre Matos alla voce; la seconda, il primo decennio del nuovo millennio (2001 al 2012) con Edu Falaschi. Dopo lo split ed un anno di silenzio la band si è imbarcata (letteralmente) nel gennaio 2013 per il 70.000 Tons of Metal, optando per assumere in qualità cantante “provvisorio” il nostro Fabio Lione. Passano alcuni mesi, il tour prosegue ed il feeling della band col nuovo frontman si rafforza, il clima si fa sempre più sereno e disteso sia sul palco che dietro le quinte ed ecco l’idea: celebrare il ventennale del leggendario debut “Angels Cry” con un live a São Paulo il 25 agosto 2013. Ricorrenza per certi versi pretestuosa, anche perché un disco degli Angra che richiama “Angels Cry” nel titolo non può che richiamare il quivi assente Andre Matos, ma l’obiettivo reale della produzione, anniversari a parte, appare semplice e chiaro: rievocare i tempi d’oro con un live di grande impatto che rilanci l’immagine di una tra le più grandi band della storia del nostro genere preferito.
Sono passati infatti dieci anni dall’ultimo “Rebirth World Tour – Live in São Paulo” (2003) e la band capitanata da Rafael Bittencourt e Kiko Loureiro si è finalmente risvegliata come dopo un sonno mitologico: Fabio Lione è stato recentemente confermato come voce della band per il prossimo studio album. Che sia l’inizio di una “terza era”? “Angels Cry: 20th Anniversary Tour” si prefigurerebbe in questo senso come un gustoso preludio.

Le grandi capacità tecniche della band in sede live sono innegabili, la produzione è di ottima qualità, anche se forse si sarebbe potuto tagliare e giocare un po’ meno con la scaletta in post-produzione, considerato che il concerto di São Paulo è durato ben più della durata effettiva del disco. Pubblico abbastanza assente (in audio) e suono estremamente pulito; l’intenzione della band sembra essere principalmente quella di mostrarsi in questa nuova veste con un sound da studio, piuttosto che portare nelle case dei fan l’esperienza di un live vero e proprio. Tracklist comunque eccellente e “corposa”, dipanata su due CD. Onestamente però si sente l’assenza di “Carolina IV” e “Silence and Distance”.
Grande curiosità ovviamente per la prova al microfono di Fabio Lione, accolto con la stessa attenzione con la quale in molti ci siamo appropinquati all’ultimo live-CD dei Nigtwish, al fine di saggiare l’empatia della band con la nuova voce. Il lavoro di Lione soddisfa e per certi versi supera le aspettative; sembra che il cantante abbia approfondito con grande attenzione i pezzi (dove trovi il tempo nonostante le sue innumerevoli band e progetti, tra Rhapsody of Fire, Vision Divine ed Hollow Haze, rimane un mistero!), reinterpretando a suo modo ogni battuta, tanto che già al secondo ascolto del disco sembra che la sua sia la voce naturale degli Angra. Una prestazione guerresca, impavida dinanzi al pubblico brasiliano, ad opera di un vero professionista. I pezzi dell’era-Falaschi vengono praticamente divorati, un po’ più di difficoltà su quelli dell’era-Matos, dove momenti come quel maledetto “find” nel ritornello di “Carry On” viene praticamente gridato con quel vibrato aggressivo che è marchio di fabbrica del Lione Nazionale. Dal vivo ci può stare, ma resta una forzatura – va comunque ammesso che anche il Matos di oggi non è più quello di vent’anni fa su quelle note irraggiungibili che l’hanno reso celebre. Buon mix di classici e brani più recenti in entrambi i dischi e tanti cambi di scena. Nel primo CD, da segnalare, oltre alle prevedibili “Angels Cry”, “Nothing To Say”, “Lisbon” una “Time” davvero riuscita, una “Reaching Horizon” interamente acustica cantata dal Bittencourt. Il secondo disco, preceduto da un siparietto acustico, si fa notare per la presenza di Tarja Turnen al microfono, in un meraviglioso duetto con Fabio in versione tenore (stile “Phantom of the Opera”) sulle note di “Stand Away”, e successivamente sulla più celebre cover della band, la “Wuthering Heights” di Kate Bush reinterpretata dalla finlandese in chiave operistica. Chiusura affidata al trittico “Rebirth” – “In Excelsis” – “Nova Era”. Si segnala anche la comparsa di Uli Jon Roth (ex Scorpions) alla chitarra, della famiglia Lima agli archi e di Amílcar Christófaro (Torture Squad) alla batteria.

Angels Cry: 20th Anniversary Tour” è un prodotto di grande qualità, uno scoppiettante rilancio in grande stile, una virata decisa nella rotta degli Angra; un live decisamente degno di trasportare col vento in poppa la band verso il prossimo, inaspettato orizzonte – con una bandiera italiana issata a fianco di quella brasiliana.
 

“Carry on, it’s time to forget
The remains from the past, to carry on!”

Luca “Montsteen” Montini

…discutine sul forum, nel topic relativo agli Angra!

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