Recensione: Anomaly

Di Lorenzo Bacega - 27 Novembre 2009 - 0:00
Anomaly
Band: Ace Frehley
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2009
Nazione:
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72

 

Il nome di Ace “The Spaceman” Frehley, all’anagrafe Paul Daniel Frehley, è legato a doppio filo all’arcinota rock band americana Kiss, con la quale ha inciso la bellezza di dieci dischi (live e compilation escluse) in oltre dieci anni di permanenza. Nel 1982 in seguito alla pubblicazione del contestato Music From “The Elder” il chitarrista decide improvvisamente di abbandonare il gruppo (alla base di questa decisione ci sono, si dice, numerosi contrasti con la premiata ditta Simmons & Stanley riguardo al poco spazio lasciatogli in fase compositiva e a una svolta musicale mai digerita completamente), formando dopo un paio di anni i Frehley’s Comet (assieme all’amico batterista Anton Fig), che danno alle stampe due studio album (più un live) prima di sciogliersi in via definitiva nel 1988. A distanza di ben venti anni dall’ultima testimonianza di Ace Frehley (quel buon Trouble Walkin’ pubblicato nel 1989), intervallati solamente dall’uscita di greatest hits e raccolte varie, vede finalmente la luce il nuovo full length solista, il quinto del chitarrista a stelle e strisce (contando la produzione dei già citati Frehley’s Comet), intitolato Anomaly e pubblicato nel mese di settembre del 2009 dall’etichetta americana Season of Mist.

Costituito da dodici tracce per quasi cinquantasette minuti di durata, questo Anomaly rimane prettamente legato a coordinate stilistiche che si rifanno a un hard rock piuttosto classico a metà tra anni settanta e ottanta, con svariate escursioni in territori più melodici e orecchiabili (su tutte la semiballad Change the World) alternate a pezzi più marcatamente potenti al limite dell’heavy (sentire Outer Space per credere). Protagonista assoluto dell’album è ovviamente il chitarrista Ace Frehley, principale compositore dei pezzi qui presenti, impegnato in questa occasione anche in veste di cantante e di bassista. Al suo fianco troviamo per l’ennesima volta il fidato batterista Anton Fig, già session man dei Kiss durante le registrazioni di Dynasty e Unmasked (in luogo di Peter Criss, che di lì a poco avrebbe lasciato ill gruppo) che già aveva collaborato con il buon Frehley sia nei lavori solisti, che con i Frehley’s Comet. Da segnalare inoltre la presenza di vari ospiti speciali che hanno preso parte alle registrazioni di questo disco, tra i quali possiamo senza dubbio citare Marti Fredriksen (tastiere, basso e chitarra ritmica), Scot Coogan (batteria), Derrek Hawkins (chitarra ritmica) e Anthony Esposito al basso.

Pubblicato, ironia della sorte, quasi in contemporanea con Sonic Boom (nuovo disco dei Kiss uscito a ottobre), questo Anomaly ci consegna una dozzina di brani perlopiù ispirati, assolutamente godibili, ma con qualche decisa caduta di tono. Uno dei problemi principali riguarda senza dubbio la prestazione al microfono di Ace Frehley, abbastanza altalenante nel complesso, che in alcuni casi finisce inesorabilmente per compromettere (seppur in modo parziale) la resa sonora di alcuni dei brani qui proposti (come nel caso dell’opener Foxy and Free, pezzo che poteva sicuramente essere interpretato in modo migliore): con un cantante vero e proprio il risultato avrebbe sicuramente potuto essere più convincente. In aggiunta a ciò dobbiamo senza dubbio sottolineare la presenza di un paio di filler, o comunque di brani leggermente sottotono, che fanno calare il livello qualitativo complessivo del disco: pezzi come la scialba e ripetitiva Change the World, (melodica sì, ma un po’ troppo scontata e monotona), oppure la discreta ma un po’ troppo caotica Too Many Faces non riescono proprio a colpire il bersaglio, trascinandosi un po’ troppo senza mai incidere a dovere. Non che manchino i pezzi assolutamente riusciti però: la conclusiva Fractured Quantum è una strumentale semiacustica davvero ben congegnata, assolutamente ben strutturata e con picchi d’intensità davvero notevoli. Molto interessante anche la cover di Fox on the Run degli Sweet, magnificamente reinterpretata da Ace Frehley in questa occasione, oppure anche la più dura e rocciosa Outer Space, sicuramente il pezzo più compatto del disco.

In definitiva, ci troviamo davanti a un disco discretamente riuscito, nel complesso abbastanza interessante, ma con un paio di limiti piuttosto evidenti: da un lato infatti dobbiamo riscontrare la presenza di un paio di pezzi abbastanza inutili e poco riusciti che abbassano la qualità di questo Anomaly, dall’altro c’è da dire che l’interpretazione vocale di Ace Frehley non è purtroppo sempre ottimale, e non possiamo fare a meno di notare che con un cantante vero e proprio le canzoni qui presenti avrebbero goduto di una resa sonora sicuramente migliore. Non un capolavoro quindi, ma comunque un album più che buono e assolutamente godibile, forse un gradino sotto al contemporaneo Sonic Boom, ma certamente un ottimo ritorno per il chitarrista originario del Bronx.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:

01. Foxy & Free
02. Outer Space
03. Pain In The Neck
04. Fox On The Run
05. Genghis Khan
06. Too Many Faces
07. Change The World
08. Space Bear
09. A Little Below The Angels
10. Sister
11. It’s A Great Life
12. Fractured Quantum

Lineup:

Ace Frehley – Guitars, Lead Vocals, Bass
Anthony Esposito – Bass
Anton Fig – Drums
Derrek Hawkin – Guitars
Scot Coogan – Drums
Marti Frederiksen – Keyboards, Guitars

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