Recensione: Apocalyptic Future

Di Leonardo Arci - 20 Gennaio 2007 - 0:00
Apocalyptic Future
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Sempre più frequentemente ho la sensazione di come la scena metal sappia trovare in modo lungimirante dentro di sé gli antidoti più infallibili alla abdicazione alle mode e al music business globale, attento a creare baby fenomeni pronti a sciogliersi come neve al sole nel giro di brevissimo tempo. Questa sensazione matura a convincimento vero e proprio ogni volta che ho l’onore di recensire band come questi spagnoli Rage N Revenge, che si affacciano sulle scene con un’autoproduzione che ci riporta in piena era NWOBHM, operazione lontana anni luce da scelte opportunistiche e spinta invece da una sana passione verso l’heavy metal classico e dalla voglia di omaggiare mostri sacri come Judas Priest, Accept e Running Wild.

Apocalytpic Future si discosta dunque in modo netto dalle recenti e numerose produzioni provenienti dalla Spagna, quasi tutte incentrate su un power metal dalle forti connotazioni sinfoniche. Anche la scelta della band valenciana di cantare in lingua inglese va inquadrata in un’ottica di recupero delle radici del metal classico. Pur avendo le qualità esecutive e compositive per un esordio in linea con gli attuali trend che caratterizzano il panorama hard n’heavy, questi quattro ragazzi non scendono a compromessi incarnando alla perfezione lo spirito del metal più puro e incontaminato.

Il CD si apre con The Beginning, introdotta da un countdown e sullo sfondo delle sirene che introducono la canzone vera e propria, un roccioso pezzo di heavy classico incentrato su un riffing piuttosto grezzo e monolitico impreziosito dalla prestazione del cantante (e chitarrista) David Barreda Marín che offre una prova varia ed impeccabile. A fronte di queste note positive va detto che la produzione non appare limpidissima, pecca marginale ma ricorrente poiché riguarda anche le altre canzoni presenti sul disco. Riding with the Devil è leggermente più dinamica e melodica e sfocia in un coro a metà strada tra Judas Priest ed Helloween dell’ultimo periodo Kiske. Si ritorna su sonorità più dirette con la successiva The Hit che fa registrare un interessante lavoro della sezione ritmica, in particolare un’apprezzabile amalgama tra chitarra ritmica e basso, e delle melodie immediate ma non banali. Show me the Way si muove lungo le medesime coordinate stilistiche, in particolare il riffing delle chitarre le conferisce un’ossatura corposa che non impedisce alle melodie vocali di enfatizzarsi soprattutto nel bridge e nel chorus. La potenza espressa dalle ritmiche cadenzate di Jokerman sono un altro tuffo in pieno periodo NWOBHM; particolarmente apprezzabile risulta la prova del singer mentre una nuova inevitabile critica va avanzata alla produzione poiché il suo della batteria pare distante e mal bilanciato con gli altri strumenti. E’ il turno della ballad I Remember You, una composizione che non mi convince molto dal punto di vista melodico: le linee vocali sviluppate dal cantante mi sembrano leggermente insipide ed inefficaci, mentre dal punto di vista musicale trovo interessante il crescendo finale dai forti toni epici. In the Middle è un interessante concentrato di potenza e di velocità, opera senza dubbio di un ritrovato feeling di Paco Vidal con la sua batteria egregiamente assecondato dal basso di Alberto G. García. Pregevole e riuscito anche l’assolo di chitarra a metà traccia. Look into the Mirror prosegue idealmente il viaggio indietro nel tempo alla riscoperta delle sonorità ottantiane, questa composizione ne rappresenta la più fedele testimonianza col suo sound priestiano. Stesso discorso va fatto per la successiva Egypt Moon che nulla aggiunge a quanto già detto, mentre una vera e propria novità, inaspettata ma piacevole, è rappresentata da HardRockTime, concepibile come un atto di amore verso sonorità più accessibili alle quali la band è evidentemente legata. L’accoppiata finale (Liar, The End) riporta il suono dei Rage N Revenge sulle coordinate abituali presentandoci due tracce veloci e potenti con frequenti cambi di ritmo ed una ennesima buona prestazione del cantante.

Al di là delle comprensibili e trascurabili pecche in fase di produzione, critica frequente quando si recensiscono delle autoproduzioni, i Rage N Revenge dimostrano con questo esordio di avere tutte le carte in regola per migliorarsi ed affermarsi, capaci di sviluppare un songwriting ricco ed ispirato e di possedere buone doti tecniche, sperando che questo lavoro possa suscitare l’interesse di qualche etichetta disposta a puntare su di loro.

Tracklist:
The Beginning
Ride with the Devil (anteprima)
The Hit
Show me the Way (anteprima)
Jokerman
I Remember You
In the Middle
Look into the Mirror
Egypt Moon
HardRockTime
Liar
The End (anteprima)

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