Recensione: Aske

Di Ivo Dell'Orso - 13 Luglio 2004 - 0:00
Aske
Band: Burzum
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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75

Il Conte Grishnackh è una delle figure più amate dell’intero panorama Black norvegese per la sua musica e per i suoi atteggiamenti ma allo stesso tempo è forse anche il personaggio più odiato a causa dell’omicidio di Euronymous che ha concluso un ciclo straordinario. Questo EP è stato pubblicato ancora una volta dalla Deathlike Silence, ovvero l’etichetta del povero Euronymous che aveva anche co-prodotto Burzum del 1992.
Questo Aske è oggetto di culto per tutti gli amanti del Conte e non solo; molti possiedono questo EP pur ignorando album come Burzum o addirittura Filosofem (’96). I motivi di questa adorazione cieca da parte di molta gente mi ha sempre incuriosito e a oggi, imparato a memoria il disco, non riesco a darmi una risposta. Forse il prezzo non elevato e i quasi venti minuti di durata per tre pezzi (di cui solo due inediti) rappresenta la più oggettiva spiegazione per questo fenomeno di popolarità che è Aske.

Musicalmente è sicuramente valido e i due inediti non temono il confronto con i capolavori del disco d’esordio: Stemmen Fra Taarnet è sicuramente un gran bel pezzo, suonato bene e cantato nel più classico stile-Grishnackh; è abbastanza lungo e presenta una ritmica più lenta, ragionata e prevedibile rispetto alle composizioni del debutto, ma non significa che sia un pezzo di livello inferiore agli altri, solo che è privo di quella straordinaria dinamicità che aveva caratterizzato le canzoni migliori di Burzum (’92).
Dominus Sathanas è un pezzo strumentale riservato alle chitarre del Conte che creano un’oscura sinfonia degna del nome che ha la canzone. Varie chitarre sono state registrate per questo piccolo siparietto chitarristico che chiude il side hate di questo ep.
Anche Aske è stato diviso come Burzum in side hate e side winter, e in questo caso l’unica canzone compresa nel side winter è proprio la già edita A Lost Forgotten Sad Spirit, che saliva su di un ipotetico podio delle migliori canzoni di Burzum con Feeble Screams From Forests Unknown e con My Journey To The Stars; grandissimo pezzo che necessita di ascolti su ascolti prima di essere ben assimilato e compreso. Una curiosità non indifferente è che su questo ep il basso è suonato da Samoth (altra figura importante del Black norvegese: ha suonato negli Emperor, nei Gorgoroth, nei Satyricon e in numerosi altri gruppi), mentre il Conte si occupa di tutti gli altri strumenti, come suo solito…come sempre.

Ivano Dell’Orco

Tracklist:

Side Hate

1 – Stemmen Fra Tårnet (6:09)
2 – Dominus Sathanas (3:04)

Side Winter

3 – A Lost Forgotten Sad Spirit (10:22)

Total running time: 19:35

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