Recensione: Askel Lähempänä Saatanaa

Di Daniele Peluso - 16 Aprile 2013 - 0:30
Askel Lähempänä Saatanaa
Band: Horna
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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77

Ci sono pochi gruppi, credo di poterli contare sulle dita di una sola mano, che se fossero cavalli di razza ci punterei tutti i miei risparmi a occhi chiusi  sapendo di vincere quasi sicuramente. Sono gruppi strani, spesso operanti negli anfratti umidi, nei meandri ammuffiti dell’underground, incapaci per loro  stessa volontà di condurre un lineare percorso evolutivo, una qualsivoglia variazione di stile.
Puntuali, precisi come orologi svizzeri, hanno la peculiare capacità di riuscire sempre a non stupire, a non creare aspettative, sussulti e, verosimilmente,  non deludere. Sempre uguali a se stessi. Forse l’evidente staticità artistica è una risultante propria della non evoluzione del modo di fare musica di certi  oltranzisti del suono. Nel caso specifico, per chi non lo avesse ancora capito, stiamo parlando dei paladini del Black Metal finlandese: gli Horna del luciferino timoniere Shatraug. Band incapace, in vent’anni di onorata carriera, di sostanziali – anche insignificanti – evoluzioni musicali (come, ad esempio, per gli ultimi Behexen), sempre legata ad un modo schietto, diretto, minimale di fare Black Metal, senza badare troppo alla forma più in voga, alla  moda del momento, ai desideri delle masse. Fedeli a se stessi, al proprio progetto, alla propria musica e, sopratutto, a Satana ed all’immonda schiera demoni al suo esclusivo servizio. Ogni riff, ogni nota, ogni lancinante urlo o gemito che emerge dai solchi è un colpo diretto in pieno volto al cristianesimo, ai  suoi riti, ai suoi dogmi, alla dottrina su cui poggia da secoli la chiesa di Pietro.
Instancabili persecutori dei seguaci del Nazareno, gli Horna hanno dedicato una carriera musicale (fatta da più di quaranta release tra album, split, singoli e live) estremamente prolifica, alla divulgazione del loro personale messaggio satanico. Musica che non ha mai avuto troppe velleità elitaristiche proprie del filone religioso; gli Horna hanno comunque posto sempre l’accento sull’integrità sublimata in integralismo, della loro fede tanto da non accettare collaborazioni con infedeli, venduti, poser o semplici millantatori delle nera dedizione al male. Artisti tutti d’un pezzo, forse tra i pochi (almeno nelle mie conoscenze), più attenti alla musica che al mercato discografico. “Askel Lähempänä Saatanaa” non fa certo eccezione; quarantotto minuti di tipico sound made in Lappeenranta è quanto basta.

Tagliente, gelido, caotico, claustrofobico, intollerante, affascinante Black Metal finnico. Forse qualche minima cosa è pure cambiata: manca il tempo battuto dalle bacchette prima di ogni pezzo in classico stile “sala prove”, il suono si è forse fatto più rotondo. Forse. Ma il marchio di fabbrica resta tale, a dispetto degli anni che passano e dei cambi di Line-Up.
Musicalmente, come spesso accade, c’è poco da raccontare: passiamo senza quasi accorgersene dalla lentezza pachidermica e quasi fastidiosa della title-track, non priva di accelerazioni guidate da ottime partiture di Vainaja vero e proprio tritacarne dietro le pelli, ai consueti vortici di puro e semplice kaos creati ad arte da chitarre ripetitive fino alla nausea come in “Kunnia Herralle, Kuninkaalle”. Non  mancano parti dai richiami più propriamente thrasheggianti di “Kuolema Kuoleman Jälkeen” e “Kärsimyksin Vuoltu Hänen Valittuna Äänenään”, vergati a sangue da languide parti di chitarra e da un basso in perenne modus ipnotico. Tutto creato ad arte per incutere un perenne stato di disagio nell’ascoltatore, materializzando incubi e deliri tramite distorsioni  ed urla lancinanti al limite dell’umano.
Questo “Askel Lähempänä Saatanaa”, quindi, ricalca fedelmente la storia degli Horna e ne rappresenta in toto la costante corsa verso l’abisso. Nota di merito è sicuramente data dall’artwork tornato,dopo la breve parentesi “colore” del seppur validissimo “Sanojesi Äärelle”, ad un meraviglioso bianco e nero dal sapore gotico vittoriano. Nient’altro da aggiungere quindi, se non un breve e, ai più, insignificante appunto.

Un vecchio saggio, quando iniziai a scrivere per questa testata mi disse: “…quando recensisci un disco, alla gente non frega niente dell’aspetto filosofico. Tu non devi fare la morale ma, nelle stragrande maggioranza dei casi, fungere da consiglio per gli acquisti”. E’ giunta l’ora (dopo svariate recensioni in cui ho deliberatamente ignorato il suddetto consiglio) di metterlo in pratica. Con gli Horna, è quasi un dovere.
Conoscete gli Horna? Benone, questo “Askel Lähempänä Saatanaa” è il loro nuovo album, con tutto ciò che ne consegue. Non v’è altro.
Grazie per l’attenzione.

Daniele Peluso

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