Recensione: Assassins In The House Of God

Di Andrea Arditi - 25 Agosto 2007 - 0:00
Assassins In The House Of God
Band: All Out War
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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59

Gli All Out War sono una band in giro da una decina d’anni
all’incirca. La loro carriera, iniziata con Truth
in the Age of Lies
, è ora giunta al quarto capitolo, intitolato Assassins
in the House of God
.

In tutta sincerità, non conoscendoli, ho per prima cosa
guardato la copertina, che è un po’ il biglietto da visita per una band
metal: partendo da un livello meramente grafico ci si può fare un’idea
superficiale della  proposta
musicale del combo pur senza saperne nulla. Del quintetto statunitense, fin dal
titolo, è possibile dedurre per lo meno le tematiche, mentre dalle immagini, a
dire il vero poco curate, si ha la conferma di due cose: la prima è che le
liriche verteranno su temi di critica religiosa, la seconda può essere una
certa comunanza di idee con gli Slayer
proprio in virtù di quanto detto poc’anzi e, perchè no?, anche per la
colorazione dello sfondo e la posa inclinata del prete/teschio che rimandano
molto a Christ
Illusion

Messo il cd nel lettore la seconda ipotesi di primo acchito
decade: i ragazzi suonano metalcore.
Ovvio, il genere di per sè è stilisticamente debitore del thrash metal, ma con
le debite e marcatissime differenze. Ciò nonostante, dopo una manciata di
secondi ci si rende conto che invece la prima impressione era giusta: gli All
out War  nella opener inseriscono
riff chiaramente di matrice Slayer: quelli per cui King & Hanneman hanno poi coniato il termine “scala
diabolus”.

Un
tributo estemporaneo? No, perchè continuando l’ascolto e arrivando a
Behind the Crescent and the Cross”
le linee vocali ricordano moltissimo nel suo incipit quelle di “Angel
of Death”,
per poi distanziarsi dalla stessa in maniera definitiva. 

Il problema di Assassins
In the House of God
è non solo quello di essere fortissimamente derivativo
rispetto agli “Assassini” più
famosi del circuito metal, ma di adagiare la struttura delle proprie canzoni
tutte nella stessa maniera: pezzi quasi tutti in mid tempo che vivono di brevi
accelerazioni qua e là; linee vocali praticamente tutte uguali a sè stesse,
eccettuata la title track contenente un refrain decisamente avvincente,
rifferama costantemente rubato stilisticamente agli Slayer, oltre alla pressochè
totale mancanza d’assoli. Sarà pure una delle peculiarità del genere
quest’ultima, ma se non si sopperisce a ciò con un certo dinamismo nel
riffing, si rischia fortemente, com’è effettivamente possibile constatare
qui, di ascoltare musica abbastanza piatta. 

Pur suonando con indubbia passione, con coerenza e
quant’altro si possa loro render merito, è indubbio che arrivati ad oggi un
platter del genere sappia di stantio perchè riprende pedestremente tutti i
clichés del genere, senza un minimo di innovazione e di originalità. Parlando
di un prodotto artistico è indubbiamente triste dover dire, a detta di chi
scrive, che un gruppo faccia venire in mente cose già ascoltate migliaia di
volte. Le tracce, se estrapolate dal proprio contesto sono anche carine: se
infatti se ne ascoltano una paio di fila il tutto risulta piacevole, ed è per
esempio gradevole il lavoro svolto dietro le pelli da Lou Iuzinni  su “Into
the Arms of Annihilation”.
Ascoltato però tutto d’un fiato, risulta
difficile non arrivare ad annoiarsi nel doversi sorbire pezzi tutti cadenzati,
tutti cantati alla stessa maniera. 

E’ un ascolto riservato ai fan del genere, che non
dovranno aspettarsi altro che un cd suonato con onestà e con voglia, ma privo
di qualsiasi ambizione se non quella di spaccare tutto grazie al muro di suoni
creato e ad una produzione potente e plastificata. 

  

Tracklist:

01.
Curtain Call For the Crucified
02. Behind the Crescent and the Cross
03. Politics of Apathy
04. Assassins In the House of God
05. Into the Arms of Annihilation
06. Glorified In Deceit
07. Drenched In Defeat
08. The Angels of Genocide
09. Beyond Redemption
10. When Your Gods Have Failed
11. And All Shall Suffer

 

Lineup:

Mike
Score – Voce
Jim Antonelli – Chitarra
James Bremer – Chitarra
Eric Carrillo – Basso
Lou Iuzinni – Batteria

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