Recensione: Attera Totus Sanctus

Di Daniele Balestrieri - 14 Aprile 2006 - 0:00
Attera Totus Sanctus
Band: Dark Funeral
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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73

Quarto studio album per la carriera dodecennale degli svedesi Dark Funeral, questo Attera Totus Sanctus risalta per essere esattamente quello che doveva essere: l’ennesimo album stile Dark Funeral di fottutissimo black metal di scuola norvegese, con tutti i crismi melodici però di una band svedese. La chitarra di Lord Ahriman ancora una volta grandina su tutte le otto tracce dell’album, mentre il nostro sommo Imperatore Magus Caligola ci riporta nelle profondità degli inferi grazie al suo cantato scream bestiale che stavolta si allontana un po’ dai livelli del loro precedente lavoro per portarsi a toni un po’ più in stile Meshuggah, il che non è poi un male se non fosse che va ad amalgamarsi con la stessa musica monocorde, di traccia in traccia.

La croce – e il godimento allo stesso tempo – di questo album è chiaramente l’incredibile monotonia che pervade l’intero lavoro. Dico “chiaramente” perché tutti i buoni ascoltatori di questo genere di black sanno benissimo che la ripetitività ossessionante gioca un ruolo fondamentale nell’old school, e a volte fa piacere ritrovarsi tra le stesse vecchie quattro mura, come se il tempo non fosse mai passato.

 

Tutto sommato non si tratta dell’ennesima sfuriata “per eccellenza”. In un ascolto molto intenso si percepiscono diverse modulazioni melodiche molto piacevoli: è proprio il caso dell’opener “King Antichrist“, una piccola gemma di devastazione che racconta della storia del Re dei giudei come fosse una fiaba distorta da dileggiare e umiliare. Gli accordi sono semplici ma di grande impatto, e si lasciano ascoltare con piacere. Lo stesso vale per la riflessiva “Atrum Regina“, ricca di assoli strumentali di buon valore.

Certo, tutto è perfettamente inscatolato nel solito stile Dark Funeral, il che renderà felici i fans assidui della band e chi li ascolta per la prima volta, e irriterà chi cercava un po’ di innovazione da questa band.

Anche se, a dire il vero, se io cercassi delle innovazioni l’ultimo posto dove guarderei sarebbe proprio la casa dei nostri svedesi: sono dodici anni ormai che diffondono lo stesso proclama di violenza, sterminio e venerazione al nero signore delle tenebre, e non credo che cambieranno nel prossimo futuro. Anche la copertina, di stile molto chiaro, lascia poco all’immaginazione.

Devo dire che avrei sicuramente apprezzato di più le parti strumentali, comunque, se nel promo non avessero inserito ogni minuto circa un growl diabolico che indicava con delicatezza che stavamo ascoltando Attera Totus Sanctus dei Dark Funeral, che sarebbe uscito nell’ottobre del 2005 sotto Regain Records e che dovevamo uccidere tutti i cristiani.

 

Devo dire che in certi punti ci sta pure bene, ma alla lunga può falsare anche la percezione delle canzoni. In ogni caso, stesso bollito per tutti, ancora una volta. Chi conosce i Dark Funeral si immagini un altro disco nel loro stile, chi non li ha mai sentiti provi a farlo – tecnicamente sono buoni, anche se il batterista ogni tanto perde dei colpi, e suonano fottuto black metal primordiale anticattolico, come scritto a pagina 1 del Grande Libro del Black Metal Scandinavo.

 

TRACKLIST:

 

1. King Antichrist
2. 666 Voices Inside
3. Attera Totus Sanctus
4. Godhate
5. Atrum Regina
6. Angel Flesh Impaled
7. Feed on the Mortals
8. Final Ritual

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