Recensione: Awakened

Di Daniele D'Adamo - 21 Settembre 2012 - 0:00
Awakened
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
82

As I Lay Dying.
Entrati nella seconda decade di carriera dopo l’omonima raccolta celebrativa “Decas” (2011), è giunta l’ora per il nuovo full-length in studio. Il sesto, “Awakened”. Essi sono (fra) i Re del metalcore melodico che, dalla metà degli anni ‘90, ha avuto un riscontro via via sempre più popolare. In maniera inaspettata, poiché – ritornelli accattivanti a parte – il metalcore in generale, e quello dei californiani in particolare, s’identifica in una proposta musicale dura, arcigna, veemente, che fonda le sue radici nelle parti più estreme del metal. Thrash e death in primis.
Una proposta la cui accoglienza non è certo quella dei canali mainstream o dei supermercati ma che, a dispetto di ogni pronostico, ha ipnotizzato larghe fasce di ascoltatori di giovane età. Rischiando di essere equiparata, per ciò, a uno stile manifestamente di consumo, la cui attenzione per gli aspetti artistici è scarsa se non addirittura nulla. Gli As I Lay Dying, invece, grazie a un esteso retroterra culturale e a una professionalità irreprensibile, hanno sin da subito dimostrato che suonare metalcore non significa necessariamente fare solo classifica.
Anzi.   

Del resto, il micidiale attacco dell’opener è lì per questo: nemmeno il tempo di respirare che un gragnuola di blast-beats irrompe sulla scena, mettendo a ferro e fuoco l’auditorio. Non è momento di scherzare: i tempi sono bui, e il gigantesco, (ormai) iper-muscolato Tim Lambesis lo sottolinea con la furia delle sue poderose harsh vocals e la crudezza delle sue parole. Anche se, come si scriveva più su, non si può rinunciare alla melodia. E così, dopo la gragnuola di colpi compare, come un arcobaleno dopo la tempesta, un refrain clamorosamente melodico, destinato a stamparsi per lungo tempo all’interno della scatola cranica. Preso atto che i Nostri sono sempre stati e rimangono una macchina da guerra, con quest’album si comincia a percepire una maturità che, sino a “The Powerless Rise” (2010), non era ancora ben definita o, meglio, non si era ancora manifestata. Appare difatti prendere il sopravvento, all’interno del mood stilistico, una notevole attenzione per lo spessore della musica; intendendo per questo la ricerca di soluzioni armoniche meno dirette e più coinvolgenti, rappresentative sì dell’energia muscolare ma, anche, dell’ardore dei sentimenti. Come se lo stesso Lambesis, oltre a essersi evoluto fisicamente, fosse cresciuto anche nell’anima. Non solo lui, ovviamente, poiché una delle caratteristiche peculiari del combo di San Diego è il gioco di squadra, la compattezza fra i singoli componenti. Josh Gilbert e Jordan Mancino si occupano della sezione ritmica mantenendo la propulsione ai massimi livelli dinamici, badando però a rifinire un groove caldo, sinuoso, accogliente. Nick Hipa e Phil Sgrosso macinano costantemente tonnellate di riff assassini (“No Lungs To Breathe”), tiratissimi, arricchendoli di orpelli dalla pregevole fattura e, pure, di trasognanti momenti come nell’incipit di “Overcome”. Che, nel suo incedere, alterna a fasi impetuose – nelle quali si ha la sensazione di affogare in un mare di note – attimi di spiccata melodiosità. E così, questa apparente quanto sempiterna discrasia fra una controllata foga demolitrice (“Wasted Words”, incredibilmente trascinante e cattiva) e un’irrefrenabile tendenza alla bellezza armonica (“Whispering Silence”), è quanto di meglio si possa osservare negli attuali As I Lay Dying e, soprattutto, in “Awakened”. Il quale, peraltro, si mostra assolutamente uniforme, come (alta) qualità, durante lo scorrere delle undici canzoni che lo compongono. Nemmeno un attimo di distrazione, un calo di tensione o quant’altro di criticabile: il disco è un autentico macigno e non mostra alcun punto debole. Sia per quanto riguarda la manifattura (produzione compresa, eccellente), sia per quel che concerne la continuità compositiva. Non ci sono song da saltare, insomma: da “Cauterize” a “Tear Out My Eyes” tutto è da godere, tutto è da gustare.

Se si poteva pensare agli As I Lay Dying come a degli eterni incompiuti, in grado cioè di fare della buona musica senza però esibire quel qualcosa in più che traccia la linea fra le band normali e quelle straordinarie, allora occorre ricredersi. “Awakened” è il lavoro che segna il raggiungimento della loro età adulta che, perché no, potrà durare ancora per lungo tempo: classe, energia e idee ci sono, e anche in abbondanza.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul forum nel topic relativo!

Tracce:
1. Cauterize 3:38       
2. A Greater Foundation 3:46     
3. Resilience 4:08     
4. Wasted Words 4:21     
5. Whispering Silence 4:30     
6. Overcome 4:37     
7. No Lungs To Breathe 4:05     
8. Defender 4:05     
9. Washed Away 1:01       
10. My Only Home 4:06     
11. Tear Out My Eyes 4:37               

Durata 43 min.

Formazione:
Tim Lambesis – Voce
Nick Hipa – Chitarra
Phil Sgrosso – Chitarra
Josh Gilbert – Basso/Voce
Jordan Mancino – Batteria

Ultimi album di As I Lay Dying

Genere:
Anno: 2012
82
Genere:
Anno: 2011
70