Recensione: Beginning

Di Gianluca Fontanesi - 1 Aprile 2021 - 14:47
Beginning

Oggi è il compleanno di Clarence Seedorf, e Truemetal.it decide di omaggiarlo recensendo il disco di chi è tutto tranne che un suo emulo. Il ventunenne  Rafael Leão, grande baluardo dell’indisponenza calcistica, tenta precocemente la strada musicale e lo fa in maniera piuttosto sorprendente. Beginning è un disco che vorrebbe essere trap ma va involontariamente a toccare il cuore di noi metallari e offre anche una qualche sorpresa per quanto riguarda gli ospiti.

Sono sette i brani proposti e, dopo una breve intro, Ballin si sprigiona nelle nostre casse con un parlato fluente e, dal nulla, spunta Fredrik Thordendal con un assolo stellare. La base del brano è in poliritmi e il flusso di parole ricorda un FedezJ.Ax in modalità lazzaretto con bacillo della peste griffato Ferragni.

Evitar parla appunto della nobiltà dell’evitare di fare goal, cosa apprezzata da tutti gli avversari del Milan, e lo fa con un “Yo – Yo” che si inserisce come contrappunto alla base, che è un po’ Limbonic Art e un po’ Gorgoroth e pare sorpresa nell’intento di prendere a pallonate un capretto.

Sacrificios aprirebbe le porte a un Attila a caso; invece veniamo spiazzati dalla suadente voce di Ornella Vanoni che canta su un blast beat a 200 bpm. Il duetto con calciatore portoghese ha quel retrogusto di tappo che però arriva a piacerti dopo molti assaggi e, dato che sei povero come la merda, finisci per scolarti tutta la bottiglia.

Paginas è un concept sul rapporto tra calciatori e letteratura, ambientato in un mondo distopico in cui Gigi Buffon è massima autorità accademica dell’università di medicina Meglio 2 feriti che un morto, situata in Via non la vinci mai e dove si trapiantano bidoni al posto degli organi genitali perché il cuore è ormai perso a Madrid. Il brano non è neanche male, ma lo sviluppo si tronca sul nascere e rispecchia perfettamente il modus operandi sul campo del giovane talento lusitano.

Broke N Down ha come tematica i festini serali che si tengono a Milano dopo gli allenamenti e, per dare il giusto piglio acido alcolico cannabinoide, sono stati chiamati gli Sleep in persona a musicare la base; si narra che alcune copie fisiche del disco siano in grado di trasformare la stanza dell’ascoltatore in una fumeria ma di Heets Turquoise; col la maria si rischierebbe poi di venire squalificati e vedere il Milan giocare bene in 11.

Big Bodies chiude l’opera in maniera, appunto, cicciona. Il beat è sorretto da chitarre a 8 corde e pare anche di sentire delle frese in lontananza, sicuramente omaggio agli Einstürzende Neubauten, che di recente hanno spiegato all’Inter come scrivere l’inno della squadra senza soldi e coi soli utensili.

Tutto sommato è un buon disco questo Beginning, e, visti i continui rimandi al nostro genere preferito, abbiamo deciso di farvelo conoscere. Siamo certi che anche voi riconoscerete il valore di questa piccola gemma e che la farete vostra. Accattatevillo!