Recensione: Beneath The Surface

Di Carlo Passa - 16 Febbraio 2013 - 0:00
Beneath The Surface
Band: Alpha Tiger
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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73

Gli ultimi anni hanno visto crescere progressivamente il numero delle giovani band dedite a un metal tipicamente eighties.
Tra esse, i Cauldron, gli Steelwing, gli ottimi Enforcer e questi Alpha Tiger rappresentano le punte di diamante.
Se il fenomeno non può non far riflettere sulla staticità del genere, è tuttavia piacevole constatare la freschezza attitudinale di questi giovani, davvero bravi a riproporre sonorità che sembravano irripetibili, complice una certa stanchezza subentrata nella vecchia guardia.
Altro aspetto positivo è il buon grado di personalità delle band citate, tutte fautrici di una proposta ben distinta e riconoscibile, benché completamente (e volutamente) votata alla riproposizione di stilemi introdotti un trentennio fa.

Venendo allo specifico degli Alpha Tiger, la band tedesca si posiziona idealmente tra i primissimi Queensryche e i Fates Warning di John Arch, quest’ultimo richiamato soprattutto dalla voce acuta di Stephan “Heiko” Dietrich.

Rispetto al discreto esordio, “Beneath the Surface” non muta di molto le carte in tavola, ma dimostra una maggior sicurezza complessiva e melodie che hanno il pregio di suonare non banali, dote notevole in un contesto che tanto odora di revival.
La band sa tenere ben desta l’attenzione dell’ascoltatore, riuscendo a gestire agevolmente anche le canzoni più lunghe e articolate, come la bellissima “Eden Lies in Ruins”, capace di evocare il ricordo di quel capolavoro eterno che fu “Awaken the Guardian”.

Non mancano i pezzi veloci dalle melodie accattivanti, tra i quali si distinguono per qualità l’opener “The Alliance”, “From Outer Space” e l’eccellente title-track, forte di un ritornello da Bignami dell’heavy metal.
Nella sua semplicità, “Along the Rising Sun” rappresenta il lato più leggero e probabilmente meno distintivo della band. Ne sono contraltare le complesse “Rain” e “Crescent Moon”: se la prima tende un po’ a perdersi, risultando in una poco coesa amalgama di singoli ingredienti di qualità, la seconda mostra tutta l’anima prog degli Alpha Tiger e, pur senza raggiungere le vette della lodata “Eden Lies in Ruins”, dimostra la maturità compositiva ed esecutiva oggi raggiunta dai tedeschi.

Infine, “We Came from the Gutter” è una cavalcata tra i primi Iron Maiden e i Crimson Glory, dotata di una bella strofa e di un ritornello pacchianissimo che conclude coerentemente “Beneath the Surface”.

Garantito: condizione necessaria per poter apprezzare gli Alpha Tiger è amare l’heavy metal e, in fondo, essere davvero convinti che sia destinato a perpetuarsi in eterno.
Agli “infedeli”, infatti, i tedeschi sembreranno fastidiosi, insignificanti e, in ultimo, ridicoli. A voi, adoratori del verbo metallico incarnatosi negli anni ottanta, regaleranno bei momenti: che è quel che si chiede alla musica.

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Tracklist:

01. Intro
02. The Alliance
03. From Outer Space
04. Waiting For a Sign
05. Beneath the Surface
06. Along the Rising Sun
07. Eden Lies in Ruins
08. Rain
09. Crescent Moon
10. We Came From the Gutter
 
Line Up:

Stephan Dietrich – Voce / Tastiere
Peter Langforth – Chitarre
Alexander Backasch – Chitarre
Dirk Frei – Basso
David Schleif – Batteria
 

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