Recensione: Betrayal
I Necropanther offrono Betrayal in pasto al mercato musicale, un banchetto di pogo e scapocciamento bello genuino come quarto lavoro ufficiale della band. Il disco suona senza fronzoli, fra riff e assoli solidi, veloci e divertenti, che vanno a definire un suono un po’ misto fra thrash, death con venature black: un mix di infernale immediatezza. Il disco offre sicuramente il meglio di sé nella prima metà, questo perché la formula rimane fresca e arrembante: “One and only” e “If you can count” sono brani ottimi, che coinvolgono l’ascoltatore senza problemi. La prova tecnica risulta buona – considerando la non proibitiva proposta, e la voce risulta comunque gradevole, come la produzione in generale.
Il problema di questo genere di proposte è che inevitabilmente con l’andare avanti dell’ascolto l’attenzione tende a scemare, purtroppo proprio per le caratteristiche base del prodotto: se semplice e immediato deve essere pungente e fugace. Dividere il disco in troppe tracce e tirare la durata totale oltre la mezz’ora non può far troppo bene a prodotti di questo tipo. Rimane comunque un lavoro di pregio sicuramente perfetto per un live scacciapensieri.