Recensione: Between the Lines

Di Andrea Bacigalupo - 17 Novembre 2021 - 8:30

Il debutto degli Heart & Hand Grenades crea buone aspettative. Aspettiamo … non ci deluderanno”. terminavo così la recensione di ‘Turning To Ashes’, primo album, appunto, di questa promettente band di Buffalo.

Beh, non abbiamo dovuto aspettare poi tanto: dopo neanche dieci mesi ecco che la band irrompe di nuovo sulla scena con ‘Between The Lines’, secondo full length, sempre distribuito tramite Eclipse Records dal 19 novembre 2021.

Il solido quartetto, rimasto invariato, suona sempre un energico ed emozionante Hard Rock attualizzato ai giorni nostri, dai toni pesanti e dalle sfumature metalliche, molto concreto e diretto, giusto accompagnamento di testi seri e profondi che riguardano quello che ci può colpire nella vita. Ad esempio, ‘Bad Medicine’ tratta della delusione che si prova quando qualcosa non va come previsto, ‘Beautiful Pain’ racconta del dolore che diventa esperienza e che, per questo, può aiutare a crescere e ‘Between The Lines’ accusa i media di influenzare negativamente la società attraverso le menzogne che raccontano (attualissimo questo!!!).

Rabbia, tristezza, amarezza, tutti sentimenti che la carismatica vocalist Stephanie Wlosinski ci fa esplodere dentro selvaggiamente, catturandoci ed obbligandoci ad ascoltarla.

Senza nulla togliere agli altri musicisti, è la sua voce l’arma letale della band, il suo tratto distintivo, con la sua affascinante versatilità espressiva e tonale: un vero talento.

Come songwriting gli Heart & Hand Grenades percorrono la loro strada senza eccessivi cambiamenti di stile, se non quelli dettati dalla maturità e dalla consapevolezza del proprio potenziale.

Il miglioramento riguarda soprattutto l’arrangiamento dei nuovi pezzi, più ricco e curato nel dettaglio, con tanta ‘musicalità’ che esce dai solchi attraverso un lavoro ritmico corposo ed una chitarra esplosiva, con tanti assoli lunghi, suonati con uno stile fluido ben bilanciato nella canzone e con una buona pulizia dei suoni che, però, non soffoca l’attitudine stradaiola della band.

Mette solo qualche pensiero l’uso di voci sovrapposte e controvoci, tutte a cura della stessa Stephanie: nel disco ci stanno alla grande, ma dal vivo? Questa risposta ce la daranno dal palco … presto, spero.

Le dieci canzoni presentano un’ampia varietà: ‘Scream It Out’ è una danza tribale, dinamica e strafottente, con una melodia di chitarra penetrante ed incisiva.

Black Sunset’ contrappone la tristezza della voce alla durezza della musica, la già citata ‘Between The Lines’ è un assalto ribelle che si trasforma in epica melodia, ‘Secret’, dal taglio anni ’70, è l’essenza del blues trasformato in Hard Rock, il brano che mette in luce quanto questa band possa essere granitica. Di contro ‘Beautiful Pain’ ne mostra il lato opposto, mischiando dolcezza con duro dolore.

Bad Medicine’ è il singolo che più singolo non si può, un rock ‘n’ roll frizzante ad alto numero di ottani ed iper orecchiabile che va a catturare più pubblico possibile: ci sta … dal vivo farà dei feriti.

Particolare menzione per ‘Moonlight’, un lento epico e drammatico, dai toni durissimi, con una Stephanie semplicemente straordinaria ed un lavoro di chitarra dalle forti emozioni.

La produzione di ‘Between The Lines’ è stato curata da Justin Rose dei GCR studio, che si era già occupato di ‘Turning To Ashes’, a dimostrazione che squadra che vince non si cambia.

Concludendo, come avevamo supposto, gli Heart & Hand Grenades non ci hanno deluso. Sicuramente c’è ancora del lavoro da fare, ma la strada intrapresa è quella giusta. Aspettiamo con vivo interesse il terzo album.

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