Recensione: Biomechanical Nonsense Connections

Di Matteo Bovio - 24 Aprile 2005 - 0:00
Biomechanical Nonsense Connections
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Anno: 2004
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60

Si sta parlando molto dei Symmetric Disorder, nuova realtà italiana che con questo lavoro sembra aver fatto il passo giusto. Molte sono infatti le voci che si levano ad eleggere il gruppo quale potenziale ennesimo portabandiera del Death Metal italiano. Una previsione forse precoce, visto che del nuovo lavoro, sin’ora, ci è dato di sentire solo un’anticipazione di tre brani. Il che nulla toglie alla proposta, ai primi ascolti banale ma, prestando maggiore attenzione, genuina e sostanziosa.

I paragoni si sono sprecati, e il gruppo stesso non sembra voler celare le influenze che, abilmente combinate, hanno contribuito a confezionare il loro stile. Spinte eterogenee trascinano il sound dal Techno Death oltranzista a soluzioni avanguardistiche di indubbia presa. Alla encomiabile varietà fa fronte però la cattiva sensazione di pezzi costruiti a collage, con più attenzione alla forma che non ai contenuti. Certi passaggi in “Brutal“, ad esempio, sembrano costruiti più su meri principi compositivi che non in funzione di regalare un ascolto soddisfacente; insomma, a volte la canzone si arena su passaggi tecnici, lasciando da parte il buon gusto.

Discorso analogo per alcuni passaggi della successiva “Abstraction Of The Self“, che tuttavia regala un approccio decisamente più convinto. Assoli alla Death si sovrappongono a lunghe cavalcate da head-bangers, per poi lasciare spazio ad un’apertura del tutto inaspettata fatta di voci sussurrate, arrangiamenti tastieristici e molta atmosfera. Insomma, la voglia di sperimentare suona molto più genuina della mera proposizione di partiture tecniche.

Si chiude con “Rain Of Dreams“, il brano più “ruffiano”, se mi passate il termine, ma anche più intrigante. Questa volta un Death di stampo melodico si fonde alle citate influenze avanguardistiche, che esplodono in un ritornello evocativo giocato sull’ottimo uso del cantato in pulito. La lunga la struttura si ripete fin troppo uguale a sè stessa, ma, vista la buona idea di fondo e una certa mobilità nell’esecuzione, la reiterazione non pesa più di tanto.

Teniamo conto che questo promozionale gode di un’ottima registrazione, e non dimentichiamo di lodare l’ottima preparazione tecnica di tutto il gruppo: con queste premesse, è d’obbligo accogliere speranzosi le potenzialità che Biomechanical Nonsense Connections mette in campo. Ricordo che quanto ho tra le mani è solo un’anticipazione del full-lenght, il che mi permette di dare un giudizio solo parziale. Chiedo dunque scusa per il voto probabilmente ingiusto (ma, lo sottolineo ancora, ben poco significativo): l’attuale materiale in mio possesso non mi permette di spingermi oltre. Ora non resta che aspettare, il full-lenght parlerà da sè.
Matteo Bovio

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