Recensione: Black Flame Eternal

Di Daniele D'Adamo - 13 Ottobre 2023 - 0:00
Black Flame Eternal
Band: Cloak
Etichetta: Season Of Mist
Genere: Black 
Anno: 2023
Nazione:
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65

I Cloak, nei loro tre full-lenght di cui “Black Flame Eternal” è quello in esame, sono irreprensibili propugnatori della cosiddetta libertà spirituale individuale. Situazione necessaria affinché le persone abbiano la forza necessaria per affrancarsi dalle varie organizzazioni politiche o religiose, in maniera tale da elevarsi al rango di esseri senzienti in grado di liberarsi definitivamente da tutte le sudditanze psicologiche.

“Black Flame Eternal” è stato ideato e scritto durante l’anno e mezzo dell’isolamento dovuto al COVID-19. Un arco temporale piuttosto esteso che, però, ha consentito a Scott Taysom e compagni di comporre le varie canzoni del disco in maniera accuratissima. Non tralasciando nulla al caso poiché, fra l’altro, lo stesso Taysom, come tanti altri, considera il terzo album in carriera come la prova decisiva per dimostrare di essere diventati musicalmente adulti oppure no.

Il leitmotiv per avere la forza di liberarsi dalle catene, tornando al discorso di partenza, è la potenza. Potenza della mente, potenza della musica. E, in questo caso, i Nostri ne erogano da vendere. Il black metal di “Black Flame Eternal” è di quello classico degli ultimi anni. Un modo di concepire il genere lasciando da parte contaminazioni e intrusioni eterogenee fra loro. Black senza fronzoli, insomma: possente, carnoso, naturalmente potente – per quanto più su affermato – , frontale, diretto e, ultimo ma non ultimo, aggressivo.

Con una pennellata di melodia che attraversa tutto il platter in maniera decisa. Con, anche, un po’ di orchestrazioni che, in questa fattispecie stilistica, non guastano mai. Fattispecie che, a questo punto, può delinearsi come melodic black metal. Uno stile come detto classico, non particolarmente complesso, quindi; anzi decisamente lineare per rendere quanto più scorrevole possibile il tutto.

Ma, attenzione, i Black Flame Eternal picchiano anche duro, scatenando qua e là la furia devastante dei blast-beats (‘With Fury and Allegiance’). Attacchi al fulmicotone, improvvisi, terremotanti, durante i quali il combo statunitense non abbassa nemmeno di un millimetro il massiccio muro di suono eretto dalle poderose chitarre dello stesso Taysom e di Max Brigham. Riff thrashy, ben lontani dai zanzarii che contraddistinguono certo tipo di metallo nero. È qui che, nel riffing che, a parere di chi scrive, si sviluppa l’ortodossia filosofica dell’LP.

Tant’è che Taysom affronta le linee vocali senza aberrazioni, senza esagerazioni varie; mantenendosi su uno screaming leggero, imbastardito da harsh vocals che tendono a rendere roche e aspre le linee vocali stesse. Niente di trascendentale, cioè. Non si discostano da questo approccio ragionato alla questione né Billy C. Robinson al basso, né Sean Bruneau alla batteria, dando luogo a una sezione ritmica pulita, uniforme, priva di accidenti musicali ma, tornando al leitmotiv di base, assai energiche e vigorose.

L’aver lavorato così tanto alla fase di songwriting, se da un lato ha dato vita a brani impeccabili dal punto di vista formale, dall’altro ha tolto un po’ di spontaneità agli stessi. Il mood è sì oscuro, ma senza avere quella componente visionaria, lisergica, presente altrove. Il loro insieme si lascia ascoltare con piacere (‘Invictus’, ‘Seven Thunders’), scorrendo senza intoppi nel cammino che, dall’opener-track ‘Ethereal Fire’, termina con la suite nonché closing /title-track. Tuttavia, non pare sia presente quel quid in più tale da rendere i brani medesimi fuori dalla norma, il che porta il platter a non decollare compiutamente da quello che, esagerando per rendere chiaro il concetto, appare un modus realizzativo scolastico, enciclopedico.

Davvero fuori dalla norma, invece, ‘Black Flame Eternal’. La traccia salvavita. Quella che dal nulla prende corpo per esplodere sino a elevarsi su altissime vette qualitative. La melodia è accattivante, tenebrosa, mentre il motivo portante è di quelli memorabili. Se “Black Flame Eternal” fosse un insieme di song come ‘Black Flame Eternal’, per dirla breve, si tratterebbe di un lavoro eccezionale.

Così non è, invece, intaccando così il valore del famigerato terzo album in carriera.

Daniele “dani66” D’Adamo

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