Recensione: Black Swan

Di Fabio Vellata - 11 Gennaio 2009 - 0:00
Black Swan
Band: Dan Keying
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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71

Sono i primi Labyrinth il termine di paragone più immediato per “Black Swan”, episodio solista del singer bolognese Dan Keying.

Non poteva essere altrimenti del resto. Non troppo noto e nominato, Keying ha conosciuto le luci della ribalta ed una buona fetta di successo agli inizi del decennio, quando con i suoi Cydonia, si è reso protagonista di un paio di album (l’omonimo del 2001 e “The Dark Flower” del 2003) a base di interessante heavy – power, capaci di raccogliere consensi e discreta approvazione soprattutto in territorio europeo e nipponico. Inutile sottolineare come già all’epoca, le ispirazioni principali per il songwriting della band provenissero proprio dallo stile in auge nei Labyrinth di Olaf Thorsen, nemmeno a farlo apposta, tra i principali collaboratori dell’omonimo debut discografico.

Diciamolo subito: nulla di nuovo e contro corrente anche questa volta.
La voce di Keying tuttavia, dimostra ancora ottima confidenza con sonorità di tale natura ed i dieci pezzi presentati, non mancano di mettere in mostra un amalgama – a tratti piacevolissima – di tutti gli elementi più consoni alla riuscita di un progetto simile.

Leggendo un ipotetico manuale del genere, i punti fondamentali sarebbero probabilmente tre.
Vocals pulite ed acuti sempre in primissimo piano. Un flavour mutuato dall’heavy anni ottanta con parti di tastiera a sostenere l’impianto sonoro. Toni in grado di offrire drammaticità e carica epica, frammista a trovate eleganti e raffinate, buone per rendere il tutto affabile e di immediata presa.
Ognuna di queste componenti è espressa e rappresentata in modo certo, riscontrabile senza troppo impegno e difficoltà lungo gli oltre quarantacinque minuti di durata.

Il disco che ne deriva, va da se, è un prodotto di “maniera”, indicatissimo per chi, con stilemi simili ci va a abitualmente “a nozze”, ed un po’ meno adatto per chi invece, solitamente desidera qualche minima novità e, senza un briciolo di inventiva, tende sin da subito a non sentirsi a proprio agio.
I pezzi, va detto, non sono ad ogni modo per nulla malvagi e favoriscono buone impressioni, certificando la bontà del lavoro messo in cantiere.
“Black Swan”, “Visions”, “One Last Crime”, “Never Come Back”, per non tacere dell’ottima ballad “Holy Answer”, rappresentano quanto di meglio il disco sappia offrire e mostrano un Keying in buona forma, aiutato da un nucleo di musicisti preparati ed attenti ad assecondare il frontman nelle numerose evoluzioni vocali. Richiami a Secret Sphere, Eldritch, Athena ed agli immancabili Labyrinth, propongono così un’opera di discreta levatura, confezionata con buona perizia e mestiere.

Piace anche la produzione, non di categoria de-luxe ma del tutto sufficiente a garantire la giusta profondità ai suoni, altro elemento imprescindibile nella riuscita soddisfacente di disco heavy power venato di prog.

Una botta a colpo sicuro per i fan del power italico, verrebbe da dire, ed un gradito ritorno per il bravo Keying, singer sottovalutato ma in possesso di talento e capacità interessanti.
“Black Swan” non è, come più volte riportato, nulla di nuovo, ma piace e scorre amabilmente lasciandosi apprezzare nella propria interezza.

Un buon disco insomma.

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Tracklist:

01. Black Swan
02. Another Fate
03. Visions
04. Shadow Alone
05. Holy Answer
06. Rising Tide
07. Never Come Back
08. One Last Crime
09. Waiting For The End
10. Life – Line

Line Up:

Dan Keying – Voce / Tastiere
Lino Trentin – Basso
Mattew Barsacchi – Chitarre
Pelo – Batteria

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