Recensione: Blessing In The Skies [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 12 Luglio 2007 - 0:00
Blessing In The Skies [Reissue]
Band: Axemaster
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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50

Molto spesso, per un meccanismo a catena perverso e morboso, tutto quanto pubblicato in materia musicale inerente all’HM durante i magici anni Ottanta assurge di default a capolavoro, anche se si tratta di una ciofeca inenarrabile. Non è scritto da nessuna parte all’interno delle ideali inviolabili tavole del sacro metallo che quello che oggi si considera vecchio debba essere per forza migliore di quanto esce attualmente. Nel decennio 1980-1990 il mercato ha subito la propria bella dose di dischi spazzatura: band che si atteggiavano come i big del settore, spesso spinte dagli addetti ai lavori per interesse che in realtà si rivelavano delle copie improponibili e sbiadite rispetto a quei paladini, loro termini di paragone, che giustamente venivano osannati dai kid per meriti acquisiti sul campo.

Tutto questo pistolotto per arrivare a dire che in taluni casi, le pubblicazioni remaster su dischetto ottico, spesso infarcite di trascurabili bonus track, riferite a Lp targati Eighties, andrebbero ascoltate per bene prima di parlare tout court di capolavori inespressi e passati inosservati per disattenzione del mercato. In questi casi, poi, è spesso d’uopo parlare di cult band, ovvero di uno status che permette tutto: una sorta di indennità che beatifica la band in questione e la rende forzatamente interessante anche se di un disco ha solo venduto dieci copie, per di più agli amici.  

Il caso degli Axemaster del chitarrista Joe Sims si può tranquillamente inquadrare in questo filone: durante gli anni Ottanta questo terzetto dell’Ohio è passato praticamente inosservato e poco importa se Blessing in the Skies (reissue) dovrebbe fungere da trampolino di lancio per il nuovo corso dei Nostri, recentemente riunitisi. Il disco originale, infatti, uscì nel 1987 e la versione 2007 ripropone le tracce di allora rimasterizzate più l’aggiunta di alcuni pezzi tratti da vecchi demo, più una copertina nuova di zecca.

Nonostante l’opera di rivitalizzazione, il suono delle dodici tracce rimane ben al di sotto la sufficienza, particolare che di sicuro non aiuta i pochi pezzi salvabili a decollare. I Nostri propongono un epic HM minimale, spesso scolastico e superficiale, figlio degli echi della Nwobhm frammisto a cose che spaziano  (solo come attitudine, non di certo come esecuzione) dagli Heavy Load fino ad arrivare ai Manilla Road. Non tutto comunque è da buttare: quello che si salva può essere riassunto in una manciata di pezzi: The Reaper, dall riff british al 100% con un cantato molto vicino alle interpretazioni dei Cloven Hoof, Slave to the Blade, di ispirazione Twisted Sister a partire dal titolo, Heretical Valor, sporca, oscura, sofferta e molto epica nelle parti vocali e, per finire, l’ossianica Snake Charter, incline ai primi Death S.S.          

In un mercato stra-inflazionato come quello odierno non basta la benedizione “anni Ottanta”, una nuova veste grafica e una manciata di bonus track per spacciare Blessing in the Skies come irrinunciabile… solo per ultras del periodo.

Stefano “Steven Rich” Ricetti                

 

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