Recensione: Blind
Misery Index (USA), Nasum (Swe), Exhale (Swe).
Tre band, tre casi che dimostrano come il grindcore possa allontanarsi dalla congenita componente hardcore per raggiungere il death. Genere senz’altro più completo, adulto; dalle infinite, possibili soluzioni. I Napalm Death (UK), fra i primi se non per primi, hanno compiuto questo lungo processo evolutivo; tanto che sono citati spesso e volentieri come musa ispiratrice da molti act, Exhale compresi.
Blind, dunque, concretizza sette anni di carriera, contrassegnati da un altro full-length (“Prototype”, 2006) e da un demo (“Die Inside”, 2004). Il suono emesso dalle tracce del platter è accumunabile a una spaventosa bordata di sanguinolento death, legato al grindcore con un robusto filo da sutura. La formazione a cinque, invece della più comune a tre (Wormrot, Magrudergrind), consente al gruppo svedese di costruire uno spesso muro di suono con il quale – quasi fosse la pala di un bulldozer – viene raso al suolo qualsiasi ostacolo si dovesse porre sul percorso. Le chitarre svolgono un riffing tessuto da un fittissimo intreccio di centinaia di accordi poi cementati dalla sezione ritmica alla stregua di un rullo compressore. Le folli linee vocali, nelle quali il delirante screaming di Peter Andersson si assomma al growling bestiale di Andreas Allenmark e Johan Ylenstrand, contribuiscono efficacemente a definire il sound finale; assolutamente e definitivamente devastante.
La scelta produttiva – come spesso accade – è quella di dar risalto ai deliri vocali e agli sfaceli compiuti dai blast beats della batteria, lasciando a un orecchio più attento il compito di discernere i passaggi del basso. Le chitarre, dal suono «zanzaroso» e dall’accordatura bassa, sono orientate verso un oscuro, tremendo lavoro ai fianchi, piuttosto che all’assalto in prima linea. In qualunque modo si possa tentare di descrivere il sound del quintetto, alla fine si deve concludere in modo unanime che tutto è teso a far macello dei delicati apparati uditivi dei temerari ascoltatori!
A parere di chi vi scrive, questa consistenza va ricercata in due fattori: la perizia tecnica dei musicisti (Gustav Elowson è fin maniaco nella sua precisione, mentre a Johan Fogelberg saranno venuti i crampi alle dita, a forza di roteare sulle quattro corde) e l’innato vigore che alberga nei corpi dei Nostri.
Tutta questa smisurata energia, ed è qui che arriva il bello, non viene malamente dispersa ma anzi controllata dal songwriting che, niente affatto rozzo e minimale, ne consente la concentrazione onde aumentarne il potere distruttivo.
“Anger”, “Turning Blind”, “Swallow”, “Sick Addiction” sono bocconi durissimi da digerire anche per coloro che delle sonorità estreme fanno il proprio mestiere: “Edge”, l’opener, è una terrificante mazzata sui denti che stordisce immediatamente, senza dar tempo di capire «come e perché». La durata delle canzoni è tipica del genere inventato dai Napalm Death (un solo brano sopra i tre minuti), ma obiettivamente gli scarni stilemi del genere si rinvengono con difficoltà nell’inestricabile ginepraio di note rappresentato da Blind. In ogni caso, forme del primigenio hardcore punk/grindcore si possono rinvenire nella più lenta (sic!) “Fools”, in “Parasiter”, nella caotica “Paper Wings” e nella schizofrenica “Spy Tillbaka”.
Se le vostre orecchie resisteranno alla «prova-Exhale», potrete godervi quanto fra più di violento circoli oggi in giro, cioè Blind: nemmeno mezz’ora di concentrata brutalità, diretta inesorabilmente sulla vostra faccia.
Nulla di trascendentale, nulla d’innovativo, ma tutto viene fatto bene; dannatamente, bene.
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Track-list:
1. Edge 1:40
2. World Of Hate 2:03
3. Anger 2:05
4. Turning Blind 3:07
5. Propaganda 1:50
6. Sick Addiction 2:24
7. Scream 2:04
8. Fools 2:59
9. Crushed 1:59
10. Swallow 2:17
11. Parasiter 0:54
12. Humanism 0:56
13. Paperwings 1:57
14. Erased 2:25
15. Spy Tillbaka 0:35
Line-up:
Peter Andersson – Vocals
Andreas Allenmark – Guitars and growling
Johan Ylenstrand – Guitars and growling
Johan Fogelberg – Bass
Gustav “Gurra” Elowson – Drums