Recensione: Blood’s Thicker Than Love

Di federico venditti - 18 Ottobre 2018 - 12:30
Blood’s Thicker Than Love
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2018
Nazione:
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85

Molte volte sento dire che il rock è morto e che ormai bisogna rivolgersi al glorioso e lontano passato per poter ascoltare album storici, ma poi ti imbatti in questi energumeni dalle lunghe barbe ed ecco la rivelazione!

 Per chi non lo sapesse i Blood Of The Sun sono una band texana formata dal batterista Henry Vasquez, ancora nelle file dei doomsters Saint Vitus ed hanno già diversi album pubblicati (tutti di ottima fattura). Questo nuovo fresco e vitale “Blood’s Thicker Than Love” è il nuovo EP firmato da questi rockers, che in ogni singola traccia ci regalano momenti di alta qualità ed energia straripante, che non ascoltavamo dagli anni Settanta. Se siete orfani dei vecchi Spiritual Beggars, qui avrete pane per i vostri denti. Amott e soci sono anni che hanno perso il loro Mojo, mentre invece i Blood of the Sun hanno tanta benzina nel serbatoio del loro fuoristrada lanciato a folle velocità nelle strade desolate e desertiche del Texas.

Quando un paio di anni fa è venuto a mancare la leggenda dei Motorhead Ian Kilmister, si parlava di chiamare il famoso drink JD & Coca Cola: Lemmy. Ecco che i Blood of the Sun hanno pensato bene di intitolare la canzone che apre questo mini Ep, Keep The Lemmy’s Comin al sommo vate del rock n roll, come a voler dire che l’unico modo per tributare il buon vecchio Lemmy è quello di aprire una bottiglia di Jack Daniel’s e sfondarsi fino all’alba. Il brano è una bomba sonica ed il migliore del lotto. Si sentono echi dei Deep Purple con l’hammond furente in bella mostra, così come Ted Nugent e appunto i Motorhead, dalla parola d’ordine “Alright” che richiama all’adunata tutti i rockettari del pianeta. Ma non c’è un momento di flessione o di pausa nel corso dell’ascolto, anzi la band sembra pestare su tutti i cilindri, portando il motore al massimo delle possibilità con l’anthemica My Time, un’altra sberla in faccia assestata sul volto dell’inerme ascoltatore. Insomma un terremoto di magnitudo 10 si abbatterà sul vostro stereo appena abbasserete la puntina su quello che si preannuncia come uno degli album migliori ascoltati dal sottoscritto in questo 2018. E se c’è qualcuno di voi che non si lancerà in un devastante headbanging durante l’ascolto della frenetica e selvaggia Livin for the Night siete molto probabilmente morti e non ve ne siete accorti o non ve lo hanno detto.

Tante volte quando escono Ep di poche tracce molti storcono la bocca e i voti dei recensori sono bassi, ma nel caso di Blood’s Thicker Than Love, sfornato da questo formidabile combo di hard rock/stoner non si può che gridare al miracolo e sperare che vengano al più presto dalle nostre parti, per poter lanciarsi nel pogo delle prime file. Ovviamente dopo aver brindato alla memoria di Lemmy, con un doppio Jack Daniel’s e Coca, con ghiaccio.

 

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