Recensione: Brainworms I

Di Federico Orano - 2 Settembre 2009 - 0:00
Brainworms I
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Anno: 2008
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76

“Brainworms, che tradotto letteralmente è vermi del cervello, è usato per descrivere quei tipi di melodia che entrano nella nostra testa e ci tormentano per molto tempo. […] Una buona parte delle melodie che sono contenute in questo cd mi hanno tormentato per mesi e, in qualche caso, per anni. Per questo ho usato il termine Brainworms per classificare questa musica che è originata da un grande archivio di idee. Erano come vermi nel mio cervello che non volevano uscire. Brainworms I suggerisce che sarà il primo di una serie, almeno lo spero” by Rafael Bittencourt

Dopo la delusione derivata da Aurora Consurgens, ultimo album degli Angra e datato 2006, la band brasiliana ha deciso di entrare in una lunga pausa dove Edu Falaschi ha potuto concentrarsi nel riuscitissimo secondo disco degli Almah, Kiko Loureiro ha intrapreso numerosi nuovi progetti e Rafael Bittencourt ha dato vita a questo nuovo capitolo musicale denominato Bittencourt Project. In Brainworms I (album uscito solamente in Brasile e quindi di non facile reperibilità) il chitarrista sud americano trova spazio per numerosi spunti musicali, che vanno a toccare generi diversi tra loro, ma senza tralasciare qualche tributo al glorioso passato della sua band madre. Inoltre si presenta anche dietro il microfono, in veste di cantante su ogni pezzo del disco, e si dimostra un singer tutt’altro che da disprezzare. Ricordo ancora il tour di supporto a Rebirth quando Rafael apparve sul palco con la sua chitarra e propose al pubblico una splendida versione acustica della magnifica Reaching horizons, cantando davvero molto bene.

Come detto in Brainworms I troviamo varietà ma anche calore ed emozioni, tutte cose che mancavano al freddo Aurora Consurgens. Il pezzo iniziale, Dedicate my soul, riesce ad essere aggressivo e melodico allo stesso tempo unendo hard rock, riff thrash, percussioni brasiliane e prog metal. La successiva Holding back the fire è già una super hit, con Rafael che mette subito in mostra tutta la sua enorme classe di compositore in un pezzo davvero emozionante, che da solo si mangia tutto l’ultimo capitolo targato Angra. La successiva Torment of fate parte con un’intro di tango scritta da Kiko Loureiro, poi diventa un mid tempo splendido con arrangiamenti elettronici (alla Evanescence) e un ritornello tutto da cantare. Faded è una piacevole ballata acustica che ci accompagna fino all’altro pezzo da novanta del disco, quella Santa Teresa che è da ascoltare rigorosamente ad occhi chiusi e a cuore aperto (non in senso letterale). Come non ritornare con la mente ai vecchi Angra, quelli di Holy Land? Come non immaginare il maestro Matos alla voce? La canzone sembra scritta apposta per la sua inconfondibile voce, anche se Rafael fa il suo lavoro più che bene. Gli arrangiamenti sono semplicemente spettacolari. E’ tempo di O pastor, unica canzone del disco non composta da Rafael. Ho trovato la versione originale in rete, ma in questa veste “power orchestrale”, il pezzo dà il meglio di sè.

Non manca qualche momento un po’ debole nel disco, come Nightfly o The Underworld, due pezzi che non riescono ad elevarsi al livello medio dell’album.

Nonostante alcune songs strepitose, il primo album solista di Bittencourt, nel complesso, risulta “soltanto” buono per colpa di qualche traccia riuscita solo a metà. In ogni caso resta un prodotto valido, che i fans degli Angra apprezzeranno molto. Rafael prevede che ci sarà un seguito, e sono sicuro che le emozioni non mancheranno.

Federico Orano

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Tracklist:
1- Dedicate my soul * MySpace *
2- Holding back the fire * MySpace *
3- Torment of fate * MySpace *
4- The dark side of love
5- Nightfly * MySpace *
6- The underworld * MySpace *
7- Faded * MySpace *
8- Santa teresa * MySpace *
9- O pastor * MySpace *
10- Comendo melancia (instrumental) * MySpace *
11- Primeiro amor (instrumental)
12- Nacib vèio (bonus track) * MySpace *

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Anno: 2008
76