Recensione: Brainwreck
Conferme e ancora conferme per ciò che riguarda il panorama thrash metal. È ormai risaputo che da qualche anno a questa parte tale movimento musicale ha ripreso la dimensione assunta un paio di decadi fa, seguito, oggi come allora, da schiere di fan assetati di metallo alcolico.
Ogni due per tre esce sul mercato un disco che ricalca pedissequamente le orme indelebili lasciate dai precursori, ed etichette e promoter, ben consci di quanto sia stato atteso questo ritorno, sono ora finalmente ricettivi e pronti ad investire.
Anche la storica Candlelight Records si butta dunque a capofitto nella tenzone, pescando tra la folta schiera di band dedite a tali sonorità e desiderose di stringere quel rapporto professionale in grado di garantir loro costanza produttiva e soprattutto, effettivi sbocchi in sede live. Per l’occasione, la label britannica è volata sin negli Stati Uniti – specificatamente in quel di Boston – per mettere sotto contratto questi Ramming Speed, band attiva nell’area sin dal 2005.
“Brainwreck”, nuova fatica del combo statunitense, altro non è tuttavia che la ristampa dell’album d’esordio, edito originariamente nel corso del 2007 in una tiratura limitata di sole mille copie, a cura della minuscola Teenage Disco Bloodbath Record.
Il disco appare palesemente ispirato dal movimento thrash-core e crossover, le cui attitudini stanno nuovamente riafforando dai meandri di un underground per anni messo a tacere da roboanti produzioni melodic death metal, piuttosto che metalcore.
In questo caso non parliamo però di thrash-core in senso stretto, così come inteso e concepito dalla scena newyorkese (leggasi Nuclear Assault), bensì di crossover purissimo, per intenderci, quello identificato dalla fusione tra il thrash e le strutture ritmico/compositive classiche dell’hardcore primitivo.
Errato ad ogni modo, pensare a qualcosa di trito e ritrito. Il crossover elaborato in “Brainwreck” è sparato a mille, ma non sempre è marchiato e reso riconoscibile dalla consueta mitragliata di riff che molte band adottano nel songwriting.
I Ramming Speed hanno, infatti, idee e spunti: ispirazioni non “razziate” dai classici del thrash o dalle seminali produzioni di band come D.R.I., M.O.D. o Cryptic Slaughter.
Le composizioni del gruppo di Boston si arricchiscono di ritmiche incalzanti che riportano alla memoria quanto di meglio i succitati abbiano concepito, ma si mostrano anche molto personali grazie a “solo” melodici dal sentore speed e ad un sound brillante, capace di rendere i tredici brani tutti ben identificabili.
Ed il gioco è fatto. Che poi una produzione mediocre limiti impatto ed efficacia e che qualche episodio debole (soprattutto quando i cinque si avvicinano al grindcore o quando si prodigano in un riffing troppo ripetitivo) determini cali di coinvolgimento, poco importa: “Brainwreck” convince, e anche parecchio.
Se avete voglia di ascoltare musica di valore, autentica e soprattutto, ben lontana dalla desolante pochezza di chi cavalca la moda del momento per acquisire una credibilità effimera ed inconsistente, allora i Ramming Speed fanno per voi.
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Tracklist:
01 Speed Trials
02 The Threat…
03 Lazer Assault
04 All in All
05 Shane Embury is the Brad Pitt of Grindcore
06 Bogus Facade
07 Sound the Alarm
08 Immigrant Song
09 Political Party
10 Man vs. Machine
11 Arrested Development
12 A Modern Myth
13 Heavy Metal Thunder
Line-up:
Pete Gallagher: Voce
Ricky Zampa: Chitarra
Kallen Bliss: Chitarra
Phil Harwood: Basso
Jonah Livingston: Batteria