Recensione: Brutality Majesty Eternity

Di Enzo - 13 Aprile 2006 - 0:00
Brutality Majesty Eternity
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Anno: 2006
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Parliamoci chiaro, se questa deve essere considerata (come ho letto dalla critica in generale) la nuova rivelazione in ambito Heavy Metal, allora c’è qualche cosa di profondo da riscrivere e rivedere nella cultura musicale di gran parte degli addetti al settore.
Incuriosito da tale marchio sonoro con cui venivano catalogati i musicisti in questione mi sono spinto, cosa davvero rarissima, alla ricerca di informazioni riguardanti questo album da parte di chi già lo aveva ascoltato su Internet. Motivo di interesse ha destato in me la lettura di una review all’interno della quale addirittura si dipingeva il disco come un prodotto Epic Metal (o, altrove, vi si trovavano nientemento che influenze Judas Priest ed Iron Maiden!), ma lo stesso motivo di interesse si è tramutato in scandaloso ripudio di fronte certa mancanza totale di informazione e cultura musicale che porta a confondere generi così palesemente diversi come Epic Metal e questo Metal/Punk (si, avete capito bene, punk) suonato nel disco in questione. Fare libera informazione è un piacere, ma ancor più deve essere una sorta doveroso impegno.

Già osservando la copertina del disco, le mie impressioni non sono certo state positive.
La band di Chicago compone un album all’insegna di un fulminante metal (senza heavy) dalle indubbie doti tecniche e caratterizzato in primis da influenze musicali che portano il tipico marchio artistico di band come i Motorhead sradicandone però quella verace e sporca potenza per ampliarne un fattore tipicamente punk che certo non può essere ben giudicato nelle mani del sottoscritto e di un appassionato heavy metallers. Produzione sbarazzina e poco compatta, tipica, alla fin fine, per un disco del genere, contribuisce a togliere mordente anche ai pezzi più cadenzati e riusciti come la sfacciatamente motociclistica Warrior Fugue o la più cadenzata Night Wraith caratterizzata tuttavia da un refrain più che disreto. Ben poco ci resta a parte l’inascoltabile prestazione vocale sulla scialba e rock’n roll oriented Guns, Germs, Steel, i ritmi totalmente scombinati di Cocaine Years, Cocaine Tears e la sconclusionata ballad Sea Of Rape pt1.
In fin dei conti mi sento di consigliare il disco solo agli amanti di sonorità matrice rock/metal/punk ed assolutamente di sconsigliare questo album a tutti gli Heavy Metal maniacs, invitando pertanto i nostri lettori a diffidare delle parole di chi troppo frettolosamente ama affibiare a destra e a manca l’immortale etichetta di Heavy Metal music senza nemmeno avere le minimali conoscenze di base.

Vincenzo Ferrara

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