Recensione: Chronicles
Nati nel 2008 dalle mani di Alain Arcidiacono (chitarra) e Jean-Philippe Ouamer (batteria), i francesi Idensity giungono con il neonato “Chronicles” al traguardo del secondo album in carriera, dopo il debutto avvenuto due anni fa con “Serenity”.
Forti di una formazione artisticamente eterogenea, nella quale spicca la violinista Mayline Gautié, gli Idensity mettono assieme death metal e musica classica per dar luogo a quello che, a tutti gli effetti, si può definire ‘symphonic death metal’. Scritto così sembrerebbe un’eresia, soprattutto pensando al versante più oltranzista del genere stesso, ma così non è; giacché il sound della band è davvero monumentale per robustezza della struttura nonché per complessità della medesima. Arcidiacono e il suo compagno d’ascia Antoine Leboisselier elaborano un guitarwork difatti enorme, fatto di granitici riff d’estrazione thrash e da abbellimenti solistici di pregiatissima fattura. La sezione ritmica, poi, non si risparmia nell’accelerare vertiginosamente verso l’asfissia dei blast-beats, anche se a onor del merito occorre rilevare che i transalpini prediligono i mid-tempo, meglio se cadenzati e possenti. Davvero eccellente, inoltre, la prova di Christophe Ferreira, a suo agio nei vari stili vocali e specificamente nel growling; duro, aggressivo, rabbioso. Come da migliore scuola death, appunto.
In questo ‘zoccolo duro’, che fa davvero male quando occorre, s’incastra perfettamente – a parere di chi scrive – l’ampia e deliziosa porzione classica. Poderose orchestrazioni, cori e voci femminili, arpeggi, folklore d’oriente e ovviamente divagazioni violinistiche, agghindano il suono “Chronicles” come degli abiti a volte leggeri a volte pesanti; i cui ricami lucenti sono il frutto di mani talentuose e professionali. Così facendo gli Idensity riescono a disegnare uno stile certamente non rivoluzionario ma sicuramente personale se non originale. Uno stile ricco di carattere e personalità il quale non muta, nonostante l’endemica sovrabbondanza di elementi, da una foggia limpida e consolidata che timbra a fuoco tutti i brani del disco. Qualcuno ha provato, in passato, a percorrere la via dei parigini, perdendo però coesione e, principalmente, quella brutalità natia che questi ultimi possiedono, ben incarnata nelle loro corde. La soluzione pensata, come la Storia dimostra, funziona benissimo nel caso del black metal ma, per il death, non ha prodotto molti risultati se si esclude qualcosa, ma proprio qualcosa, degli Orphaned Land. Al contrario, gli Idensity paiono avere trovato una dimensione ideale in cui far convivere l’evidente diversità artistica, storica e culturale che, teoricamente, separerebbe irrimediabilmente death e musica classica.
In più, “Chronicles” è un contenitore di ottime canzoni, ciascuna dotata di una sua precisa fisionomia, che materializzano concretamente l’efficacia dello stile posseduto dalla band d’oltralpe. Ci sono degli episodi davvero straordinari, come l’opener/title-track “Chronicles” e la successiva “Over The Abyss”, che lasciano intravedere un potenziale compositivo ancora inespresso nella sua totalità. Esse, difatti, emergono come vette dalla nebbia dal resto del platter in virtù dell’incredibile sinergia fra tutti i numerosissimi dettagli presenti; fra trasognanti orchestrazioni, splendide armonizzazioni, sfuriate di blast-beats, cori angelici, riff ruggenti, assoli (chitarra e violino) da brividi sulla pelle, intarsi etnici, rallentamenti e accelerazioni del ritmo. I due capolavori di cui sopra, in ogni caso, non offuscano gli altri pezzi, assestati su di un livello qualitativo molto alto. Le lente e sinuose “Mòfa” e “Maddhi’s Arrival”, o l’erculea e decadente “Antikhristos”, come l’hit “Annunaki” e la conclusiva “Loki”, vera e propria epopea da film, racchiudono istanti tanto coinvolgenti quanto trascinanti, obbligando “Chronicles” a girare a lungo, nel lettore.
Non rimane quindi che tuffarsi nel Mondo degli Idensity, fra paesaggi d’oriente, oasi assolate, cupe vallate boscose, specchi d’acqua cristallina, dèmoni e uomini, mostri ed eroi; per vivere una fantastica avventura a tutto tondo, a tutto… orecchio!
Daniele “dani66” D’Adamo
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