Recensione: Chupacabras

Di Orso Comellini - 7 Settembre 2011 - 0:00
Chupacabras
Band: Inciviltà
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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69

“Inciviltà” è il secondo full-length dei liguri Chupacabras ed esce a distanza di ben otto anni dal fortunato debutto “… Il Tuo Delirio” del 2003 – un numero piuttosto esiguo di release se consideriamo che sono in circolazione dal 1997.

Fautori di un adrenalinico crossover (metalcore o thrashcore, se preferite) fresco e schietto, quasi garage per la sua grezza istintività, i Nostri iniziano la loro carriera proponendosi come side-project, poiché i relativi membri fondatori già militavano in altre band del ponente ligure (El Kristo De Odio, Mojo Pin e Terzo Potere) e solo dal 2001 diventa il loro progetto principale. L’avventura prosegue poi sotto i migliori auspici: vincono, infatti, l’Heineken Jammin Festival Contest del 2007 e si ritrovano così a condividere lo stesso palco con mostri sacri del calibro di Iron Maiden e Slayer. Quando tutto sembra procedere per il meglio però, alcuni cambi di formazione arrivano a minare la stabilità interna del gruppo e, nonostante i due principali compositori, Fede e Freddy (che però passa dalla voce alla batteria) rimangano al loro posto, bisognerà aspettare alcuni anni prima che registrino del nuovo materiale. Una volta ritrovata la necessaria coesione, comunque, l’ensemble imperiese sigla anche l’accordo con la nascente SG Records e, come in occasione della precedente produzione, fa ritorno agli studi cittadini Ithil World con l’ausilio di Giovanni “Meniak” Nebbia dietro al mixer e finalmente “Inciviltà” viene alla luce.

Da questa sessione in studio scaturiscono undici tracce dirette e potenti come un pugno allo stomaco, dove l’irruenza della matrice hardcore simil-newyorkese (Sick Of It All in primis) e le sfuriate del thrash moderno, lasciano rare concessioni alla melodia. Suoni grassi e ruvidi (ma non asfittici) e composizioni brevi (non sempre lineari), hanno lo scopo di azzannare al collo la preda e dissanguarla in breve tempo, prima di dileguarsi altrettanto rapidamente nella macchia, così come il canide che popola certe leggende sudamericane cui si sono ispirati per il moniker. Almeno questo è ciò che trasmettono canzoni di denuncia sociale come “Incubo Catodico”, “Affuoco” (entrambe con reminescenze slayeriane, specie sui soli di chitarra), le telluriche “Voracità” e “All’Inferno” o le riottose e ispirate “Maschere” e “God Of War” – tra gli episodi più riusciti del lotto per l’effetto deflagrante che possono avere se suonate dal vivo. Mentre la title-track e “Rabbia” confermano la passione del quartetto di Imperia per tutti i vari progetti di Max Cavalera e per i gruppi alternativi come Deftones e System Of A Down, senza evidenti e futili scopiazzamenti, comunque. C’è anche dell’altro: “Rido”, ad esempio, è un brano dall’animo punk/rock con passaggi che ricordano i Queens Of The Stone Age, mentre la valida “Appesi A Un Filo” sembrerebbe debitrice alle scorribande di Kory Clarke e i suoi Space Age Playboys (o gli ultimi Warrior Soul, prima della reunion) e per certi versi anche il cantato di Met, in questo caso, concorre a dare questa sensazione. La conclusione poi è affidata alle note radiofoniche di “Rabbia Vol. II”, breve trasposizione su piano della melodia principale di “Rabbia”, che concede forse gli unici attimi di quiete dall’inizio dell’album.

Hanno fatto davvero un buon lavoro, i nostrani Chupacabras con “Inciviltà” e poco male se non presenta grandi innovazioni o particolare originalità (anche se bisogna dire più evoluto rispetto al nu metal del debutto), poiché non difetta loro grinta e determinazione a palate. Buona anche la prova dei singoli musicisti: dall’incalzante sezione ritmica del duo Cri e Freddy, al cantato rabbioso e abbastanza vario di Met, assolutamente incisivo anche per la scelta di usare l’italiano, fino ad arrivare alle poderose e corrosive schitarrate di Fede che rappresentano un po’ il marchio di fabbrica del gruppo. La strada sembra quella giusta per continuare a fare bene anche in futuro, nel frattempo la mia opinione è che potrebbero riscuotere consensi, forse anche fuori dai confini nazionali concedendo loro almeno una chance, specie on stage!

Orso “Orso 80” Comellini

 

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Track-list:
1. Inciviltà 4:41
2. Incubo Catodico 2:50
3. Rabbia 3:52
4. Rido 4:14
5. Affuoco 3:05
6. Appesi A Un Filo 4:21
7. Voracità 3:37
8. All’Inferno 4:28
9. Maschere 3:29
10. God Of War 2:00
11. Rabbia Vol. II 1:27

All tracks 38 min.

Line-up:
Met – Vocals
Fede – Guitar
Cri – Bass
Freddy – Drums

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