Recensione: Colour Journey

Di Riccardo Angelini - 18 Giugno 2006 - 0:00
Colour Journey
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Anno: 2006
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71

Ormai è indubbio: tra i laboratori prog metal europei, l’Olanda è oggi sicuramente tra i più attivi. Ancora una volta è la famiglia dei Sun Caged a patrocinare questa nuova uscita, la seconda della discografia solista di Marcel Coenen. Virtuoso della chitarra, Coenen affianca a una tecnica di tutto rispetto una vena eclettica con pochi eguali. Spiazzante, imprevedibile, camaleontico, Colour Journey non è altro che un saggio delle sue capacità di esecutore e, soprattutto, di compositore.

Radunato un ampio cast di validi collaboratori, folto e agguerrito in particolar modo sul versante vocale, l’axeman fiammingo assembla undici brani che spaziano senza alcuna esitazione da un genere all’altro, attraversando in varia misura, e talvolta anche nel corso della medesima traccia, i territori del rock, del jazz, della fusion, del funk e naturalmente del metal, nelle sue molteplici sfacettature.

Come da copione largo spazio concesso alle chitarre, che si sbizzarriscono nelle ben cinque strumentali che si alternano con regolarità ai pezzi cantati, da Abstract Impact, che ricalca le orme del vecchio Satriani, alla travolgente New Race, votata allo shredding più puro, passando per l’irresistibile incedere funky di Skill Factor.
Particolarmente eclettica l’esplorazione dell’universo metal, con episodi decisamente riusciti – la solida Warning, votata a un power metal vigoroso e di qualità – che si alternano ad altri meno ispirati – la scontata ballad The Moment V(erbal) D(efense) M(echanism), non lontana per vari aspetti dallo stile dei Soundgarden. Non può essere negata una menzione alla sconvolgente Traumatized to the Bone, senza dubbio l’esperimento più estremo – e interessante – elaborato da Coenen. In meno di sei minuti si trovano riuniti e rimescolati con maestria elementi di death tecnico, stacchi brutal, assoli fusion, improvvise aperture gotico-sinfoniche che oppongono eterei vocalizzi femminili al growl rabbioso e gutturale del singer dei Severe Torture, Dennis Schreurs. Insolito, coraggioso, e decisamente riuscito.

Insomma ce n’è per tutti i gusti, anche se come spesso accade l’inusitata vastità della proposta risulterà di ostacolo a più di un ascoltatore. Forse la pietra di paragone più prossima a un lavoro come questo è quel Characters con cui Rob Van der Loo (supportato dallo stesso Coenen) ha dato inizio al suo nuovo progetto, i Freak Neil Inc.. Rispetto a tale istrionico coacervo di stili l’opera del chitarrista dei Sun Caged perde qualcosa a livello di sperimentazione, ma ne guadagna in fruibilità e immediatezza, grazie a una buona schiera di brani accattivanti già dopo pochi ascolti. Sempre considerato che qui la voglia di osare resta su tutt’altro pianeta rispetto allo standard – purtroppo – comune a non poche prog metal band di oggi.

Line up:
Guitar: Marcel Coenen
Guest Guitar : Uros Raskovski (assolo on “The Shrink”)
Vocals: Mike Andersson (Cloudscape), Colleen Gray (Persephone’s Dream), Paul Villarreal (Sun Caged),  Joyce Dijkgraaf (Elleanore), Hans Reinders (Exit22),  Menno Corbeek, Dennis Schreurs (Severe Torture).
Drums: Roel Van Helden (Sun Caged), Spike (Stormrider), Hans In ‘T Zandt (Cooper Inc., Time Machine).
Bass: Maurice Brouwers (Engine Of Pain), Richard Ritterbeeks (Time Machine, Jessie Galante)
Keyboards:  Rene Kroon (Sun Caged), Bob Katsionis (Firewind, Imaginary)

Tracklist:
1. Waiting
2. Abstract Impact
3. Patron Saint
4. La Bella Mira
5. Traumatized To The Bone
6. Skill Factor
7. That Moment
8. The Shrink
9. V(erbal) D(efense) M(echanism)
10. New Race
11. Still Bleeding

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