Recensione: Come To My Kingdom

Di Mauro Gelsomini - 11 Aprile 2008 - 0:00
Come To My Kingdom
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Anno: 2008
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92

A vent’anni esatti dall’ omonimo debut possiamo dire che gli House of Lords siano oggi completamente identificabili col loro leader e vocalist James Christian, che ha continuato a portare avanti il progetto nonostante le defezioni illustri di Gregg Giuffria e Chuck Wright, meritevoli del successo compositivo dell’album d’esordio, e nonostante i numerosi scioglimenti e reunion (a memoria ne conto almeno tre).

La line-up attuale, che vede affiancati a Christian BJ Zampa (batteria, già con Malmsteen, MVP e Wayne), Jim Bell (chitarra), e Chris McCarville (basso), deve dare un seguito al nuovo corso intrapreso da World Upside Down, che non ci aveva convinto in pieno. L’enigma è presto sciolto: abbiamo di fronte il miglior album dell’intera discografia degli House Of Lords!!!

Il sound non differisce molto da quello già ascoltato nel precedente lavoro da studio, amplificando però il carattere anthemico, pomp e commerciale delle composizioni di “World Upside Down”, e inanellando una serie di perle in mezzo alle quali risulta assai difficile barcamenarsi per decretare la più splendente.

Probabilmente i due brani che si candidano con più forza al ruolo di singoli sono la titletrack, devastante, e
“Another Day From Heaven”, struggente power ballad degna del miglior Bryan Adams, presente anche in una fantastica versione acustica come bonus track per il mercato europeo.
Ad ogni modo anche le altre song sono di grande livello, tutte studiate secondo la forma canzone tipica delle composizioni AOR più vincenti, con i loro bridge arrembanti e i ritornelli ariosi e ultramelodici. I risultati più accattivanti sono comunque sempre raggiunti dagli up-tempo, “I Need To Fly”, il mastodontico trittico “The Dream”, “One Foot In The Dark” e “Your Every Move”, tutte condite da controcanti fantastici e tastieroni pomp dallo stesso James, e “Even Love Can’t Save Us”, dai chiari riferimenti White-Metal…

C’è da dire però che al fianco di un songwriting quasi perfetto troneggia la magnifica voce di Christian, veramente senza tempo!

A parte un paio di episodi più pesanti e oscuri, più vicini a “World Upside Down”, come il groove di “I Don’t Wanna Wait All Night”, che sfocia in un chorus ai limiti del glam, o “In A Perfect World”, troppo heavy per gli House Of Lords che piacciono a me, l’album è decisamente solare e positivo, come dimostra anche l’altra ballad del lotto, “I Believe”, dall’incipit bonjoviano fino al chorus tipicamente AOR, meno riuscito di altri, a dire il vero, ma non certo da tasto “skip”; come non è da saltare il refrain-tormentone di “One Touch”, la cui ripetitività fa il paio con quella – c’era da aspettarselo – delle liriche tradizionalmente love-oriented.

Chi ha avuto la fortuna di assistere ai recenti show in Italia dei losangelini deve essere uscito con le ossa rotte, così come frastornati siamo stati noi nell’ascoltare fino in fondo “Come To My Kingdom”, senz’altro una delle migliori uscite Hard rock/AOR del 2008, fino ad oggi.

Tracklist:

  1. Purgatorio Overture n.2
  2. Come To My Kingdom
  3. I Need To Fly
  4. I Don’t Wanna Wait All Night
  5. Another Day From Heaven
  6. In A Perfect World
  7. The Dream
  8. One Foot In The Dark
  9. Your Every Move
  10. I Believe
  11. One Touch
  12. Even Love Can’t Save Us
  13. In The Light
  14. Another Day From Heaven (Acoustic)

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