Recensione: Contamination Festival 2003 – dvd

Di Alessandro Di Clemente - 4 Maggio 2004 - 0:00
Contamination Festival 2003 – dvd
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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73

Philadelphia, 8 e 19 gennaio 2003: Relapse Records – Contamination Festival 2003.
Esaustivo doppio dvd delle performances delle bands più caratterizzanti della nuova Relapse.
Bisogna dire che la Relapse è una etichetta coraggiosa, nata come indie metal, nel corso degli anni si è spostata verso un genere non facilmente catalogabile, anche perchè le bands nel roster sono molto diverse tra loro.
Tutte le bands che hanno partecipato al festival (se vogliamo escludere i 27, dediti ad un rock blues minimale, sinceramente un po’ fuori luogo e gli Alabama Thunderpussy troppo ancorati ad un hard rock vecchio stampo) hanno un approccio alla musica simile (pur proponendo generi diversi: chi il doom, chi il crust chi il death/grind, ecc…): eclettismo, sperimentazione, psichedelia, noise, questi sono gli elementi che accomunano gli ensembles partecipanti al festival.
Il doppio dvd, quindi ci presenta quattro canzoni per ogni gruppo, posizionati in sequenza esattamente come la scaletta (tranne i due opening act di ogni serata relegati alla sezione: Bonus Material nel secondo dvd).

Il primo dvd si apre con i Bongzilla, autori di un doom psichedelico estremamente pesante con voce in screaming. Il riffing è ripetuto all’ossesso, chiaramente influenzati dai Cathedral direttamente e derivativi dei Black Sabbath, hanno imparato alcune nozioni fondamentali dello stoner che emerge qua e là durante le composizioni. A livello visivo purtroppo i Bongzilla non convincono molto, troppo statici e poco coinvolgenti.
Seguono gli Alabama Thunderpussy, propongono un hard rock americano (meno blues di quel che si può pensare), sono  penalizzati a livello di mixing: la voce viene sommersa dal volume del resto degli strumenti, chitarre in primis. Interessante però apprezzarli dal vivo: esprimono visivamente l’energia che trasmettono con le note.
Purtoppo la copia in mio possesso ha l’audio danneggiato e presenta un fastidioso clipping durante tutta la performance dei nostri.
Dopo di che è la volta dei Cephalic Carnage, death/grind, molto preparati tecnicamente anche se poco originali (alternano fasi tiratissime a possenti stop and go), di quando in quando assaltano il pubbligo “pogante” con bordate grind/noise. E’ divertente vederli in sede live: quattro individui agitati (tranne il batterista, evidentemente più composto) apparentemente in preda a spasmi.
Salgono poi sul palco i Mastodon: crustcore, ossessivi, maniacali con influenze psichedeliche, doom e death. Piacevoli gli intermezzi melodici di doppia chitarra armonizzata. Sorprendono per potenza, eclettismo e presenza scenica (grazie al carismatico leader, cantante e bassista).
Headliner della prima serata ed ultimi della scaletta nel primo dvd sono i Neurosis: band incatalogabile, geniale, tra le cui fila milita anche un visual artist che si occupa delle immagini che accompagnano la musica. Molto “Pink Floydiani” (anche grazie all’aspetto visivo, imprescindibile per i Nostri) in quanto a concezione della musica. Musica dilatata, post atomica, che basa la sua valenza sull’atmosfera più che sull’impatto.
Molteplici le influenze caratterizzanti: hard rock anni ’70, doom, noise, crustcore e via dicendo. Tutto ciò determina la pesantezza delle composizioni. La loro è un’esperienza multisensoriale, non un semplice concerto. Perfetti in sede live grazie anche ad una resa sonora impeccabile.

Il secondo dvd parte con i Pig Destroyer, band death/grind dalla strana formazione: chitarra, batteria e voce.
Un gruppo che in sede live risulta ampiamente scarso con una presenza scenica ridicola ed una voce non all’altezza della situazione.
Tocca ai Burnt By The Sun proseguire il concerto: violenti e pesanti come i precedenti Pig Destroyer, forse anche più estremi tccando punte di brutal/death core. Vengono penalizzati dallo scarso volume della voce.
Poi è la volta dei Today Is The Day (che terminano la terna di bands dedite ad uno stesso genere): simili, quindi, ai precedenti Pig Destroyer e Burnt By The Sun, anche se meno veloci, con bridges simil-doom psichedelico, hanno dalla loro una maggiore dimistichezza con il palco, una maggiore scioltezza. 
Salgono poi sul palco gli High On Fire: hard rock granitico dai riffs oscuri, una voce che rasenta l’orrido (un Lemmy svociato ed impersonale), si sanno muovere sul palco tentando di coinvolgere il pubblico.
Headliner della serata: The Dillinger Escape Plan. Chi ha avuto modo di apprezzarli da studio sa che i nostri propongono un grind core eclettico (inserti jazz, tempi dispari spezzati, dissonanze e chi più ne ha più ne metta) molto difficile da suonare. I nostri riescono a rendere dal vivo: non un errore e, grazie anche ad una buona resa sonora, il mix tra violenza, brutalità, tecnica e pazzia riesce a coinvolgere gli spettatori che ricambiano con head banging e pogo. Davvero una piacevole conferma. Avrei sperato in un’apparizione di Mike Patton (il quale ha partecipato alle registrazioni dell’ultimo mini cd).

Il bonus material consiste nelle performances dei Daylight Dies e 27 (opening acts della prima serata) e dei The End e Disrhythmia (della seconda), più i “Behind the scenes footage I e II” (interviste ai gruppi, agli spettatori, ai responsabili della Relapse e ai tecnici che hanno lavorato ala realizzazione di questo doppio dvd).
I Daylight Dies sono, probabilmente, il gruppo più classicamente metal  dell’intera manifestazione: si autodefiniscono dark metal non andando troppo lontano dal vero, il che vuol dire che fanno un death/goth metal derivativo di Paradise Lost e My Dying Bride (mi hanno ricordato in alcuni frangenti i Crematory). Molto bravi in sede live, riescono a ricreare con convinzione quelle atmosfere malinconico/depresse care al genere da loro proposto.
I 27 mi hanno lasciato perplesso: che c’entra una band di rock/blues minimale (voce femminile, due chitarre e batteria) in una manifestazione del genere? Sicuramente bravi, soprattutto la voce della cantante/chitarrista: melodica, soffice, intimistica, ma decisamente fuori luogo.
I Disrhythmia sono un trio che propone musica solo strumentale, molto tecnici: fusion, riffs metal ed incursioni nell’alternative/noise. Davvero originali.
Per finire i The End: emuli dei The Dillinger Escape Plan dei quali hanno la capacità tecnica, la predilezione per sfuriate grindcore, ma carenti di quella geniale pazzia che rende inarrivabile il gruppo, giustamente, headliner della serata.

Un buon dvd che, pur con tutti i difetti di un prodotto non altamente tecnico, ha una sua valenza come testimonianza di una label coraggiosa che osa con delle bands (non tutte purtroppo) dal valore indiscutibile (come i Neurosis e i The Dillinger Escape Plan) in un mercato difficile, un mercato che predilige la musica facilmente catalogabile, esattamente il contrario di quello che fa la Relapse.

Tracklist:

dvd I

Bongzilla:
1. Gateway
2. Stone a Pig
3. Hashdealer
4. Keefmaster
Alabama Thunderpussy:
1. Motor-Ready
2. Esteem Fiend
3. Litha
4. OI’ Unfaithful
Cephalic Carnage:
1. Anthro-Emesis
2. Psuedo
3. Observer to the Obliteration of Planet Earth
4. Lucid Interval
Mastodon:
1. March of the Fire Ants
2. Where Strides the Behemoth
3. Battle at Sea
4. Mother Puncher
Neurosis:
1. A Sun That Never Sets
2. Belief
3. Stones From The Sky
4. End of the Harvest

dvd II

Pig Destroyer:
1. Trojan Whore
2. Cheerleader Corpses
3. Piss Angel
4. Starbelly
Burnt By The Sun:
1. Soundtrack to the Worts Movie Ever
2. Dracula With Glasses
3. You Will Move
4. Famke
Today Is The Day:
1. Criminal
2. Maggots And Riots
3. Mayari
4. The MAn Who Loves to Hurt Himself
High On Fire:
1. Blood From Zion
2. To Cross The Bridge
3. Hung, Drawn and Quartered
4. Witching hour
The Dillinger Escape Plan:
1. Holliwood Squares
2. The Mullet Burden/ Variations on a Cocktail Dress
3. Sugar-Coated Sour
4. When Good Dogs Do Bad Things

bonus material:

Daylight Dies:
1. Hollow Hands
2. Four Corners
27:
1. Easy Trigger
2. Cavalla
Disrhythmia:
1. My Relationship
2. Annihilation I
The End:
1. Her (Inamorata)
2. Opalescence (I & II)

Behind the scenes footage I & II

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