Recensione: Dark Sinner
Toh, chi si rivede: i Torch! Nati a Eskilstuna, in Svezia, nel 1980 per volere dei chitarristi Chris First e Steve Streaker, i Nostri completano la prima line-up con Ian Greg al basso e Claus Wildt dietro le pelli. Al microfono vi è tale Stefan Wedlund, presto però spodestato dalla vera “voce” dei Torch, ossia il carismatico Dan Dark.
Il debutto risale al 1982, con l’Ep Fire Raiser, che riscuote un buon successo tanto che la band si imbarca addirittura in diverse date europee e partecipa a vari Festival. Le cose vanno per il meglio e nel 1983 vede la luce il debutto su full length, con l’omonimo “Torch”, famoso per l’improbabile copertina raffigurante il viso digrignato di uno pseudo guerriero dalla folta chioma. L’anno successivo è la volta di Elekrikiss, anch’esso dalla cover non memorabile ma ficcante, per via dell’appariscente donzella bionda campeggiante sulla destra. Dello stesso anno è l’Ep Bad Girls e intorno alla metà degli anni Ottanta giunge lo split definitivo e inaspettato della band.
Claus Wildt si trasferisce in america alla corte del “nostro” Alex Masi, mentre Chris First e Steve Streaker per un certo periodo si uniscono ai conterranei Crystal Pride. Dal canto suo, Dan Dark non appende il microfono al chiodo e si mantiene in esercizio con alcune cover band. Il ritorno di fiamma – mai come in questo caso l’espressione risulta calzante – della “Torcia” avviene qualche anno fa, sulla spinta della convocazione al Keep It True Festival IV del 2005 e il buon Dan si anima per radunare a sé i vecchi pard First, Streaker, Greg e Wildt. Niente da fare, per vari motivi pare che ‘sta reunion non s’abbia da fare. Lo storico frontman non abbandona il sacro fuoco del Metallo e chiama a sé forze nuove ma con esperienza provenienti da band come Griffen, Fatale Smile e Scaar completando la line-up con Alex Jonsson al basso, Tomi Peltonen alla chitarra e Kristian Huotari alla batteria.
Sulla spinta del rinnovato entusiasmo rinfocolato dai successi in terra germanica i nuovi Torch irrompono sul mercato con Dark Sinner, contenente tredici pezzi del passato risuonati dalla nuova formazione più due brani inediti posti in chiusura. Letteralmente setacciato l’album omonimo del 1984, dove la sola Rage Age non viene ripescata, seguono tre pezzi da Elektrikiss e Fire Raiser dal debutto discografico. Il trademark degli svedesi, ovvero la voce di Dan Dark è ancora proponibile. Certo, si è fatta più roca e meno abrasiva sui toni alti, d’altronde il tempo passa per tutti, anche nel Nordeuropa e talvolta porta il Nostro a mettere in pratica qualche trucchetto del mestiere. Ascoltare i classici dei Torch con una produzione al passo del mercato restituisce vigore ad antichi cavalli di battaglia come Warlock, Watcher Of The Night, Fire Raiser e questo non può che far piacere. Come sempre in questi casi, però, il suono dei vinili originali a livello di emozioni rimane imbattibile anche se va riconosciuto che, soprattutto per chi voglia scoprire i Torch per la prima volta, un disco come Dark Sinner capita a fagiolo. Le coordinate stilistiche dei Nostri spaziano dall’HM duro e puro a la Judas Priest, passando per la Nwobhm fino ad arrivare a citazioni molto americane, senza dimenticare la lezione degli Ac/Dc.
Le due tracce nuove poco aggiungono al resto: The Dark Sinner vive di soluzioni classiche e solenni made in Germany mentre We Will Fight è più muscolosa e riporta ai Torch di sempre. Copertina in linea con la tradizione, quindi ben lontana dal capolavoro e booklet con tutti i testi più le foto della band. Ai posteri l’ardua sentenza, quindi, quando Dan Dark e soci proporranno un album nuovo di zecca. Per ora un sincero bentornati.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Discutine sul forum relativo
Tracklist:
1. Warlock
2. Beyond the threshold of pain
3. Fire raiser
4. Watcher of the night
5. Battle axe
6. Hatchet man
7. Gladiator
8. Sweet desire
9. Electrikiss
10. Hot on your heels
11. Sinister eyes
12. Thunderstruck
13. Beauty and the beast
14. The dark sinner
15. We will fight
Line-up:
Dan Dark – Vocals
Tomi Peltonen – Guitars
Alex Jonsson – Bass
Kristian Huotari – Drums