Recensione: Days Of War
Nati nel 2007 in quel di Tolone, dopo un demo (“The Sacrament”, 2009) i Pendact perdono la strada maestra per trovarla di nuovo a Nizza, nel 2010. Dalla città della Costa Azzurra giunge un EP (“The Silent Nightmare”, 2012) e il tanto sospirato debut-album, “Days Of War”, uscito per la M & O Music a inizio dicembre.
I Nostri, con questo lavoro, danno ulteriore impulso al ‘modern metal’, corrente derivante dal gothenburg metal che cerca di portare nuova linfa a un genere dai cliché ormai troppo rigidi e consolidati. Il modern metal ama la commistione con i suoni secchi e aspri dell’hardcore e quindi, con ragione, si può far rientrare nel calderone del metalcore. Siccome i Pendact, assieme agli act cui si possono assimilare (Teksuo, Nodrama, Rise To Fall), fanno parte dell’area europea del Mediterraneo, sorge la curiosità di capire il motivo per cui l’evoluzione dello swedish death metal abbia (per ora) trovato una terra feconda nelle calde e assolate lande del Sud della Spagna e della Francia. Forse le genti latine sono più propense a vivere con la melodia, spesso e volentieri radicata delle tradizioni del folclore (“Days Of War”) e in quelle dell’heavy metal (“Betrayal”). Chissà.
Fatto sta che anche i Pendact non fanno della furia demolitrice la propria caratteristica peculiare. Il sound che essi propongono è, per discendenza diretta, senz’altro pieno e potente; tuttavia si è ben distanti dalle aggressioni sonore dei Mors Principium Est, tanto per fare un esempio. Le chitarre di Jonathan “Jukka” Rossetto e Jonathan “John Reaper” Andreu svolgono un compito impeccabile sia in fase ritmica, sia in occasione dei soli (“Sacrament”); regalando riff precisi e compressi di chiara scuola thrash (“Last Judgement”) e arabeschi spesso e volentieri scintillanti. Pure irreprensibile si dimostra la sezione ritmica composta da Valerian “Valer” Fourmy al basso e Antoine Vialatte alla batteria, dalla precisione cronometrica, accuratamente distante da ogni tipo di eccesso. Rossetto è anche bravo come vocalist, interpretando con discreta profondità i movimenti musicali con delle harsh vocals roche e corrose e venate, anche, da un po’ di growling. Somigliando, per ciò – nei momenti meno… urlati – al timbro, ben più noto, di Thomas “Onkel Tom Angelripper” Such dei Sodom (“Northern Star”). Un accostamento, evidentemente, del tutto casuale. Emergono, invece, le tastiere; vera spina dorsale del sound dei francesi. Stranamente le note biografiche fornite dalla M & O Music non accennano alcunché in merito a questo strumento, e il fatto è perlomeno strano poiché la sua importanza all’interno dell’economia della band è assolutamente rilevante, giacché in varie occasioni (“Pendact”) sono proprio le sue partiture a fare da motivo portante oltre, ovviamente, al lavoro di accompagnamento e riempimento del sottofondo cui tradizionalmente è deputato nel metalcore.
L’insieme delle canzoni che compongono il disco è, nel complesso, discreto. Si può apprezzare la continuità stilistica fra i brani, che si srotolano senza soluzioni di continuità ma, anche, senza particolari momenti emozionanti. A parte lo stupendo ritornello di “Days Of War”, inamovibile hit dell’opera assieme a “Lies And Hypocrisy”, dall’azzeccato leitmotiv, non ci sono altre particolarità da mandare a memoria per i tempi a venire. I Pendact sono sicuramente dei professionisti esemplari ma peccano di abilità compositiva: lo dimostra pure il fatto che uno dei passaggi migliori è l’intro, “Intro (Walk Alone)”, ricco di buone intenzioni che, purtroppo, non sono onorate al 100% nel prosieguo del platter.
“Days Of War” è la classica operazione senza infamia né lode. In ogni caso utile a mantenere aggiornato il proprio retroterra culturale per una delle direzioni che ha intrapreso la progressione quello che, all’inizio, era semplicemente il melodic death metal.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Intro (Walk Alone) 2:01
2. Lies And Hypocrisy 5:24
3. Betrayal 6:59
4. Last Judgement 3:26
5. Sacrament 3:51
6. Northern Star 3:59
7. Pendact 4:50
8. Days Of War 5:15
9. Silent Nightmare 3:58
Durata 40 min.
Formazione:
Jonathan “Jukka” Rossetto – Voce/Chitarra
Jonathan “John Reaper” Andreu – Chitarra
Valerian “Valer” Fourmy – Basso
Antoine Vialatte – Batteria