Recensione: De Ecclesiae Universalis

Di Giorgio Giusti - 18 Gennaio 2021 - 12:00
De Ecclesiae Universalis
Band: Ecclesia
Etichetta: Aural Music
Genere: Heavy  Stoner/Doom Metal 
Anno: 2020
Nazione:
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79

Reminiscenze Candlemass, Cathedral, suoni maestosi, epicità… Rimandi heavy/doom senza tralasciare sonorità NWOBHM. Proprio un menu ricco (forse troppo?) quello proposto dai francesi Ecclesia, al debutto con la nostrana Aural Music, etichetta sorella della mitica Code666, attiva dal lontano 1999 e capace nel corso degli anni di segnalarsi come fucina inesauribile di talenti e proposte discografiche assai interessanti. Basandoci sulla competenza di questa storica label possiamo allora ipotizzare che il menu, seppur ricco e pretenzioso, potrebbe essere gradito.

Il contesto narrativo in cui si sviluppa il lavoro fa riferimento alla Sacra Inquisizione del XII secolo, e in tal senso pare proprio di trovarsi di fronte a un vero e proprio concept, teso a rievocare uno dei periodi più oscuri, ma per certi versi, affascinante della storia medievale, con un organo dal sapore ecclesiastico che caratterizza buona parte dei brani, colmi di riff epici, cori roboanti e un groove invidiabile e devoto ai Candlemass (in particolare al periodo corrispondente al tanto sottovalutato album “Chapter VI”). Ci sono, inoltre, come già ricordato rimandi ai Cathedral più dinamici, ma anche alla classica scuola NWOBHM, quindi parliamo di doom, ma non certo lento e pachidermico, anzi a volte gli Ecclesia giungono a sfiorare lidi quasi power metal, con la voce di Frater Arnhwald che però si indurisce fino ai limiti del metal estremo.

Ogni singolo pezzo gode di più momenti diversi, riuscendo però nel suo sviluppo interno a rimanere coeso e scorrere fino alla sua conclusione in modo fluente. Le tracce si susseguono nel racconto senza soluzione di continuità e spiccano due perle, “Ecclesia Sathani” e “God’s Trial“, forse le più rilevanti dell’intero lavoro proposto.

De Ecclesiae Universalis per essere un debutto in definitiva è davvero promettente, con l’ottimo lavoro trascinante della chitarra di Julius Accusator e la buona parte ritmica precisa e potente da parte di Frater Ignis Sacer e Pater Hexenhammer. Merita una citazione anche Pater Walkelinus all’organo, per le sue parti dalle sembianze settecentesche davvero rilevanti, Frater Arnhwald alla voce ha una buona timbrica che forse però ancora non riesce a distinguersi moltissimo, in questo contesto musicale dovrebbe forse avere una rilevanza più imponente.

Gli Ecclesia confezionano un debutto con i fiocchi, carico di entusiasmo e per certi versi persino goliardico – basti pensare agli pseudonimi volutamente esagerati con cui si presentano i componenti della band, tutti incappucciati di rosso e coperti da maschere di metallo – un approccio da questo punto di vista simile ai Ghost, giocando anche sulla vera (o presunta?) fede cattolica quasi a sfidare gli ormai abusati cliché “satanici” di cui è piena la scena heavy metal.

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