Recensione: Decade of Revival

Di Andrea Bacigalupo - 15 Gennaio 2020 - 22:10
Decade of Revival
Band: Traitor
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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78

Come possiamo celebrare i nostri primi dieci anni di carriera? Pubblichiamo un live? Una raccolta? Oppure un nuovo album d’inediti?

I tedeschi Traitor decidono per una via di mezzo immettendo sul mercato, tramite Violent Creek Records, un boxed set, dal titolo ‘Decade of Revival’, contenente quattro nuovi brani e la registrazione del concerto tenuto al Rock Hard Festival di Gelsenkirchen (Germania) nel 2018 in compagnia di Saxon, Overkill, Sodom ed un sacco di altre grandi band.
Forte dell’esperienza di tre album, il combo non smentisce la sua dedizione per un Thrash che più Thrash non si può, fortemente Old-School di casa loro, quello di Kreator e simili per così dire, trucido e spaccaossa, grondante ferro incandescente al pari di una fiorente industria siderurgica.

I brani inediti sono cannonate che, proseguendo il lavoro di ‘Knee-Deep in the Dead’, l’ultimo platter uscito nel 2018, mostrano una band in gran forma, dalle idee forti e chiare, con un buon futuro davanti e che non si è seduta sugli allori, nonostante i riconoscimenti ottenuti, tra cui l’essere stati votati ‘Newcomer of the Year 2015’ dai lettori di Rock Hard Magazine.

Una produzione molto adatta al loro sound che rende al massimo la potenza delle adrenaliniche ritmiche serrate, della graffiante voce al vetriolo, del corposo e muscolare lavoro di basso e batteria e degli assoli ficcanti.

Insomma, questi quattro pezzi dinamici, tutti sparati a raffica, che non danno una battuta di tregua, fanno accrescere l’aspettativa nei loro confronti in attesa del prossimo full-length.

Se i presupposti sono questi si può dire che i Traitor, salvo intoppi o problemi interni, possono emergere definitivamente per andarsi a sedere a fianco dei grandi del passato (e magari anche a prenderne il posto, se questi arrivano a ‘quota 100’).

Il quartetto dimostra, poi, di essere una vera bestia da palco nella sezione del boxed set dedicata alla già citata esibizione all’evento storico Rock Hard Festival, edizione del 2018, che li ha visti aprire le danze nella seconda giornata di sabato 19 maggio. Mica poco se si pensa che hanno avuto il compito di scaldare la platea prima di roboanti elementi storici quali Cirith Ungol, Alex Rudi Pell ed Overkill tra i tanti (quest’ultimi poi con le scalette di ‘Feel the Fire’ ed ‘Horrorscope’).

I Traitor hanno assolto al loro compito alla grande, con una set-list di dieci pezzi, la maggior parte dedicata all’ultimo album (sei brani) e con due tracce estrapolate da ciascuno dei due platter precedenti, ‘Venomizer’ del 2015 e ‘Thrash Command’ del 2012, dando vita ad una cascata di bombe soniche ad ampio raggio che non ha risparmiato nessuno. Il modo ottimale per aprire un evento di così grande importanza.

Infine si segnala che oltre alla versione CD, contenente gli inediti ed il live di cui sopra, è in distribuzione un cofanetto contenente anche il DVD della loro esibizione al Wacken Open Air del 2018.

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