Recensione: Demo 2003

Di Giorgio Vicentini - 12 Maggio 2005 - 0:00
Demo 2003
Band: Degrade
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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62

Non parlerei di innovazione, di colpi geniali e nemmeno di un talento squassante per un disco epocale, ma di piacevole e grintosa onestà supportata da una conoscenza indubbia del settore; così inquadrerei il demo dei Degrade, datato anno 2003 e contenente sei brani di thrash dai connotati energici.

La band nasce nel 1997 nella provincia di Varese, affronta come molti colleghi varie vicissitudini interne superandole e rinascendo nel 2000 in formazione rinnovata. La pausa non intacca di certo quello che è lo zoccolo duro della band e che in Demo 2003 non tenta minimamente di nascondersi dietro falsi paramenti, quel rifarsi senza problemi al power thrash d’annata mescolandolo con qualche elemento nu-metal. Se l’inquadrarli in un genere non fosse ancora sufficiente, potrei fare i nomi di Machine Head su tutti, ma anche Pantera e Fear Factory per chiudere la descrizione stilistica del quartetto che a mio parere dimostra tutto il suo valore quando sfoggia, senza annacquamenti, il proprio lato duro e puro, peccando invece nei tentativi più morbidi.

Chiaramente, con certi nomi a far da padrini in maniera tanto perentoria, è quasi impossibile distaccarsi dai dettami del genere ed infatti non posso dire di essere caduto dalla sedia dopo aver udito tocchi inediti ricchi di inventiva. Ammetto, invece, di essermi lasciato “gasare” dal vigore di almeno quattro dei brani presenti, proprio quelli più ancorati alla “tradizione” e sposati perfettamente con la produzione di livello estremamente alto, non comune per un demo autoprodotto. 
Per questi motivi, pur con evidenti limiti di freschezza come il tipico gioco tra “duro e melodico” o gli altrettanto caratteristici crescendo vocali nervosi, “promuovo” tranquillamente i brani più cattivi tra cui “Scream Again”, “Degrade” e “Last Door” perché duri, compatti, carichi di groove, stoppati e perfetti per il “pogo assassino”. Tenderei invece a “bocciare” i tentativi più melodici di “Enemy” e l’incertissimo cantato alla Burton Bell di “Behind” che uniti alle velleità “nu” di “Easy” non segnano una particolare svolta del sound appesantendolo, sviando il feeling iniziale dalla strada maestra più consona alla band.

Purtroppo, al notevole fervore strumentale non sempre corrisponde un’adeguata interpretazione vocale, che lascia a desiderare in maniera più o meno importante in vari tratti, principalmente i più melodici, dove emergono dei chiari limiti che scompaiono facilmente se stemperati nei momenti più aggressivi e rauchi. 

Normalmente si potrebbe restare infastiditi da una proposta sostanzialmente derivativa, ma nella musica del Degrade non trovo proprio nulla di male, anzi riscontro una gran voglia di suonare ciò che li appassiona, un sano e grintoso thrash powerful che posso immaginare ancor più carico e trascinante suonato dal vivo. Se dovessi azzardare, preferirei ascoltarli prossimamente ancor più ringhiosi, tesi ed arrabbiati, liberando senza remore il lato più estremo e grezzo della propria musica che ribadisco essere quello a loro più consono.

Tracklist:
01. Scream Again 
02. Degrade
03. Last Door 
04. Enemy 
05. Behind 
06. Easy

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