Recensione: Diabolical

Di Nicola Furlan - 23 Aprile 2022 - 11:59
Diabolical
Band: Destruction
Etichetta: Napalm Records
Genere: Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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78

È un’intro evocativa quella che anticipa la ferocia della title-track “Diabolical”, nuovo e diciassettesimo full-length della quasi quarantennale carriera dei tutelari thrasher tedeschi Destruction. Fin da subito è chiaro quale sarà il marchio stampato a fuoco sull’aspetto compositivo: thrash ferale, cantato con acidità e scorrevole all’ascolto. E vi anticipo fin da subito una impressione personale: era dal 2008 che Schmier e compagni non cacciavano fuori un disco di qualità come questo. Vero anche che la formazione è decisamente cambiata, soprattutto considerando la mancanza, dopo ventotto anni, di Mike alle sei corde. E vuoi vedere che è stato proprio questo il motivo per cui siamo di fronte ad un disco nuovamente ispirato come da tanti anni non se ne sentiva parlare?
Uno dei punti più brillanti di “Diabolical” è il lavoro alle chitarre: veloci, capaci di cacciare fuori una raffica di riff di buonissima fattura, anche melodici, ma soprattutto autrici di sezioni soliste che, onestamente, potremmo considerare le più belle che la band abbia mai realizzato in tutta la propria carriera. E qui un inchino al nuovo arrivato Damir Eskić, talentuoso chitarrista elvetico con un passato notevole nei power metaller Gonoreas.
Ritmicamente si trova una grandissima compattezza, anche qui in particolare nella sinergia tra lavoro chitarristico e batteria che riescono ad esprimersi con grande impatto sinergico. Schmier è sempre una garanzia dietro al microfono, pur riconoscendo che lavori molto di mestiere (chi conosce bene la band coglierà la mancanza di quella violenza espressiva che tanto li aveva caratterizzati fino ad una ventina di anni fa, ma ci sta data l’età…).
Ho riscontrato, a mio gusto, un solo punto debole: nel lotto centrale del disco un po’ di ‘stanca’ a livello di ispirazione, compensato comunque dalle varie Diabolical, No Faith in Humanity, State of Apathy e Tormented Soul, quest’ultima caratterizzata da una raffica di soli di brillante fattura.
I suoni sono leggermente piatti a livello di drumming, mentre il resto è perfettamente bilanciato e si fa cogliere anche da timpani belli massacrati da innumerevoli ascolti.
In definitiva “Diabolical” rappresenta, al momento in cui scriviamo, la miglior uscita thrash prodotta da band di un certo livello storico ovvero superiore al momento a quanto prodotto da Voivod, Annihilator piuttosto che Meshuggah, band da cui ci si aspettava molto di più e che ora sono all’ombra di uscite come questa.
E anche qui la nuova etichetta, la Napalm Records, dimostra d’aver azzeccato un filone di uscite di qualità superiore attestandosi di fatto, ad una delle label più importanti del panorama internazione, garanzia di assoluta qualità nelle scelte artistiche di roster. Non resta quindi che attenderli sul palco alla prima occasione utile per poter confermare il tutto.

Nicola Furlan

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