Recensione: Domination
Sulle note della fantastica “The Hunter”, tra i pezzi migliori mai scritti dalla band di Mat Sinner & Ralph Scheepers, si apre “Domination”, quindicesimo album da studio dei Primal Fear che, come tradizione vuole, ha delle aquile in copertina (opera di Death.Milk.Designs). L’album è composto da 13 tracce per una durata totale di quasi un’ora, ma ha anche una bonus-track intitolata “Bridges Will Burn”, presente solo sulla versione in vinile e credo anche sul digipack (di sicuro non sul jewelcase), ma purtroppo non avuta a disposizione per questa recensione.
Dopo la splendida opener, seguono una dopo l’altra canzoni di livello qualitativo superiori alla media; fra queste come non citare la meravigliosa “Far Away”, canzone dalle melodie azzeccatissime e furbamente scelta per il primo video realizzato per questo LP?
I Primal Fear questa volta hanno inteso realizzare un album compatto e massiccio, veloce e ricco di energia, pieno di piacevolissimi assoli della coppia di chitarristi, formata da Magnus Karlsson e dalla nuova entrata, la comasca Thalìa Bellazecca (ex-Frozen Crown ed Æxylium, tra gli altri); è anche il primo disco con il nuovo batterista, quell’André Hilgers che in passato si era distinto anche nei Rage e nei Bonfire, tra le tante bands in cui ha suonato; e la qualità di questo esperto musicista si sente eccome! Ma del resto, fatta eccezione per la giovane Bellazecca appena venticinquenne, qui abbiamo tutta gente navigata che suona da tanto tempo, che ha più di 50 anni e, nel caso dei due fondatori, anche valicato i 60. Ma torniamo alla musica. Proseguendo nella tracklist, troviamo la cadenzata “I Am The Primal Fear” che appare autocelebrativa, ma tiene il livello qualitativo sempre molto alto.
Verso la metà, ci imbattiamo in altre due gemme intitolate rispettivamente “Tears Of Fire” e “Heroes And Gods”, dotata di un coretto easy che si ficca immediatamente in testa, tanto che non ci sarebbe da meravigliarsi nel ritrovarsi, dopo un paio di ascolti, a canticchiarlo sotto la doccia!
La tracklist procede con altre canzoni decisamente interessanti, fra cui citiamo la lenta “Eden”, in cui è ospite la sempre affascinante e talentuosa Melissa Bonny, ma anche l’ottima “The Dead Don’t Die”, fino alla conclusiva “A Tune I Won’t Forget”. L’unica canzone che non mi ha convinto del tutto è la dodicesima traccia “March Boy March”, a causa di un coro ripetuto fin troppe volte, tanto da stancare pressoché immediatamente. Ma si tratta dell’unico brano di un livello leggermente inferiore all’eccezionale, perché tutto il resto di questo “Domination” è di qualità decisamente superiore alla media e conferma i Primal Fear tra le garanzie assolute e tra le bands di punta a livello mondiale del power metal! Del resto, quando si ha un cantante come Ralph Scheepers in formazione, tutto diventa più facile….




