Recensione: Dominion And Power
Leggero miglioramento nel songwriting dei propugnatori di Christian Metal The Seventh Power, dopo l’esordio omonimo. La line-up annovera il solito Bill Menchen (chitarra/voce, già Final Axe, His Witness e Titanic), il bassista Rod Reasner (Final Axe), e l’ex batterista degli Stryper, Robert Sweet, garanzia di purezza alla causa.
Come nel disco precedente si sprecano le somiglianze musicali fra quanto proposto dal trio americano e i grandi Black Sabbath, nonché i lavori solisti di Ozzy Osbourne. Il singer scimmiotta così bene il Madman di Birmingham che a volte risulta davvero difficile coglierne le sottili differenze.
Dieci sono i brani proposti, di media fattura. Dominion&Power soffre della tipica malattia dei dischi clone di altri più famosi: innovazione=zero, imitazione pedissequa di quanto già scritto – e meglio – dai maestri del genere e scontatezza di fondo.
Tecnicamente niente da dire: Menchen colpisce positivamente per la propria maestria nel richiamare saltuariamente lo stile di Rhandy Rhoads e uno come Robert Sweet di certo non si discute. L’album non è certo da buttare. Offre spunti interessanti nella magnetica King Of All Kings, cadenzata da riff schiacciasassi, così come la title track si fa notare grazie all’incedere pesantissimo. Il resto è normale amministrazione siglata The Seventh Power.
La domanda sorge tuttavia spontanea: in un mercato asfittico per numeri di vendita e stra-ingolfato come l’attuale c’era proprio così tanto bisogno di un disco normalissimo di Heavy Metal classico venato di Doom che si rifà spudoratamente al combo di Tony Iommi? Ai posteri l’ardua sentenza.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
1. DOMINION & POWER
2. EVERLASTING FIRE
3. HAILSTONES
4. HEAVY LADEN
5. KING OF ALL KINGS
6. RAISE ‘M HIGH
7. SACRIFICIAL BLOOD
8. SEA OF GALILEE
9. THE CLOUDS
10. UNDER THE ALTAR
Line-up:
Bill Menchen: vocals, guitars, keyboards
Rod Reasner: bass
Robert Sweet: drums