Recensione: Doomerism
Il debutto della band italiana Aganoor, introduce un’interpretazione più grintosa e più intrisa di ruvidità acida di Grunge mischiandola ad un suono Doom. Per tutta la durata dell’album, la band scatena un mix caotico di riff distorti e melodie ossessionanti. Sebbene siano presenti echi di Black Sabbath e, tra tanti, anche di Goatsnake, gli Aganoor raggiungono il loro apice intrecciando elementi psichedelici e acid rock. Questa miscela brilla nell’apertura dell’album, con“Bury My Soul”.
Insomma, gli Aganoor rivelano fin da subito un’attitudine che ricorda il Proto-Doom, anche se il loro sound Grunge di base mantiene tutto sotto controllo. Questa solida fondazione permette ai loro groove psichedelici di risultare diretti e potenti, specialmente nei momenti di massima distorsione. La voce di Dan Ghostrider è un vero punto di forza: mescola la spavalderia dell’Hard Rock anni ’80 con la mistica dello Stoner/Grunge anni ’90, il tutto avvolto in un’irresistibile aura.
“Icarus” è l’esempio perfetto di questo equilibrio: un groove irresistibile domina la prima metà del brano, per poi evolvere fluidamente in un segmento più suggestivo e guidato dal basso. Non è sempre una questione di out-out; molti brani presentano brevi e brillanti escursioni di chitarra solista che rimangono saldamente ancorate a una solida base di chitarra ritmica o di basso. Questo è evidente in brani come “Morbid Skin” e “Mind Shadowing”. Ogni minuto della musica appare essenziale, assicurando che anche le sezioni più complesse contribuiscano in modo vitale all’impatto complessivo dell’album.
Oltre ai brani già menzionati, consiglio vivamente di immergersi in “Nadir”, “Emerald Lake” e “Mind Shadowing”. Queste tracce dimostrano pienamente come gli Aganoor sperimentino con il loro monolitico sound ibrido Grunge/Doom, spingendolo verso qualcosa di autenticamente originale man mano che l’album prosegue. La band riesce costantemente a tenere gli ascoltatori col fiato sospeso grazie alle numerose direzioni e deviazioni inaspettate che propone.
Questa volontà di osare e di sovvertire le convenzioni di genere è un punto di forza della musica degli Aganoor e una delle ragioni principali per cui adoro “Doomerism”: osa essere diverso pur offrendo un viaggio musicale davvero fantastico.
Forse la qualità più affascinante di questo album, risiede nella sua combinazione di immediatezza all’ascolto e una profondità notevole, che ne permette un’esperienza ripetuta senza stancare. Gli Aganoor raggiungono questo equilibrio mantenendo una struttura dei brani sufficientemente familiare, quasi pop, ma modificando o espandendo strategicamente gli elementi per creare qualcosa di genuinamente fresco.
I pezzi più rock dell’album presentano ritornelli tradizionali (come in “Bury My Soul” ed “Emerald Lake”), ma gli Aganoor si affidano maggiormente a ganci di qualità e melodie ricorrenti per rimanere impressi nella memoria dell’ascoltatore.
Con una produzione molto buona, gli Aganoor sono senza dubbio una band che merita un riconoscimento ampio all’interno della scena underground italiana. “Doomerism” richiede la totale attenzione.