Recensione: Echoes of Isolation
                                    
                                I Defecto sono una formazione danese nata da un’idea del polistrumentista e cantante Nicklas Sonne, che nel corso degli anni è riuscita ad attirare su di sé una discreta attenzione. Un progetto che, nelle sue fasi iniziali, ha potuto contare, oltre che sulle abilità di Sonne, anche sull’esperienza di Flemming Rasmussen, già produttore dei lavori più acclamati di Blind Guardian, Morbid Angel e dei primi fondamentali album dei Metallica.
Dopo l’esordio con l’omonimo EP del 2012, i Defecto hanno piazzato sul mercato i full-length “Excluded” (2016), “Nemesis” (2017) e “Duality” (2020). Nel corso degli anni poi, non sono mancati i riconoscimenti e le soddisfazioni, come ad esempio il venir premiati ai High Voltage Awards di Copenaghen, oppure l’aver aperto i concerti per pezzi da 90 come Rammstein e Metallica.
Una scia di successi ai quali ora la band cercherà di dare seguito con il nuovo album “Echoes of Isolation“, distribuito da Frontiers Music e disponibile dalla fine di ottobre 2025. Con questo nuovo lavoro, i Defecto si avventurano nell’esperienza di un concept album con cui affrontano tematiche che esplorano l’impegnativo panorama della malattia mentale e dei conflitti psicologici. La trama musicale per questi argomenti trattati, è un prog metal con qualche influenza moderna e una certa dose di melodie radiofoniche. Per dare ulteriore colore al tutto, vengono dispensati anche sporadici passaggi in growl, ed elementi di cinematic metal. Questi ultimi, a parte l’intro “The Unraveling“, sono comunque presenti in maniera molto sporadica e non ricorrenti come potrebbero esserlo su un qualsiasi lavoro dei Rhapsody, di fuoco o di Luca Turilli che siano.
Dopo il già citato intro “The Unraveling“, andiamo a scoprire il primo pezzo “Eternal Descent“, un heavy prog dal volto cupo con atmosfere tetre che infondono un senso di ansia nell’ascoltare. Decisamente più variegata è la seconda traccia “Sacred Alignment“, dove vengono fatti confluire con abilità prog, nu metal, passaggi in growl e ritocchi di symphonic metal. La carne al fuoco in questo caso è tanta, ma tutti gli elementi risultano sistemati al loro posto senza mai eccedere. “Eclipsed By The Void” si presenta con una struttura musicale articolata per poi cambiare le carte in tavola sfoderando un ritornello molto radiofonico. I Defecto riescono a far convivere assieme soluzioni prog e strizzate d’occhio all’alternative metal di nomi come Avenged Sevenfold e Disturbed. Una combinazione fatta di passaggi impegnativi, ma che riesce al contempo ad essere orecchiabile, stando comunque attenti a non scivolare mai nel troppo ruffiano. I Defecto non nascondono l’intenzione di rendere la loro musica accessibile ad un’ampia fetta di pubblico, ma cercano comunque di evitare di restare impantanati in un eccessivo mainstream che rischierebbe di condizionare il loro stile. Anche negli episodi più easy listening, ad un ascolto più attento si scorge sempre qualche arrangiamento elaborato o qualche passaggio più complesso che va oltre alla semplice melodia acchiappa-ascoltatori.
In “Heart On Fire“, i Defecto si avvalgono della presenza di un ospite d’eccezione come Stig Rossen, tenore danese molto apprezzato sia in patria che all’estero, che troviamo a dividere il microfono con Sonne. Nonostante Rossen sia un nome abbastanza estraneo all’ambiente metal, si dimostra molto abile a reinventarsi in questo tipo di sonorità per lui sicuramente inedite.
Il combo danese schiaccia l’acceleratore su “Through Cloak And Bones“, una traccia particolarmente pesante, dove vengono momentaneamente messi da parte i ricami prog e sinfonici a favore di riff aggressivi. Si punta ancora sulla potenza anche con “Quantum Abyss“, un pezzo compatto con finiture prog, sfuriate nu metal, incursioni di growl e qualche riferimento ai Metallica. Il paragone con i Four Horsemen a dir la verità emerge più volte durante l’ascolto di questo disco, complice anche la prova di Nicklas Sonne, che in più di un’occasione sfoggia una voce paragonabile a quella di James Hetfield. Chissà se sia stata proprio questa similitudine a convincere Flemming Rasmussen ad aiutare Sonne nella creazione di questo progetto. Comunque stiano le cose, è bene specificare che non vogliamo di certo bollare Sonne come un clone o uno scopiazzatore del più noto James. Al contrario, il cantante danese dimostra di avere un suo stile personale, caratterizzato da un’ugola potente ed aggressiva, riuscendo ad essere protagonista di prestazioni molto convincenti.
Una composizione come “Shattered Reality” pare studiata apposta per venir lanciata come singolo. Il pezzo mette in mostra una certa sfumatura dal sapore hard rock, presentando un’attitudine molto radiofonica. Ciononostante, non mancano neanche in questo caso certi passaggi più sofisticati che danno sapore alla traccia.
Si conclude con la title track “Echoes Of Isolation“, che sulle prime battute appare come una ballad. I suoi quasi dieci minuti di durata però fanno intuire una qualche trasformazione imminente. Ed infatti, prima della metà, la traccia assume un atteggiamento più energico, fatto di riff robusti e passaggi articolati, fino a sfumare sul finale in malinconiche note di pianoforte.
Con “Echoes of Isolation” i Defecto piazzano un buon prodotto, con pezzi studiati ma riservando comunque un occhio di riguardo alle soluzioni di facile ascolto. Un disco sicuramente ambizioso, ben prodotto e dotato di brani che funzionano, con cui poter ambire ad altri risultati importanti.
Un disco perfetto, quindi? Non del tutto. Nonostante il buon livello compositivo, si ha la sensazione che manchi ancora qualcosa. “Echoes of Isolation” è un album che punta indubbiamente alla perfezione, ma non riesce a raggiungerla completamente. Certe volte si ha come l’impressione che ai brani manchi una certa sicurezza, una mancanza forse dovuta all’eccessivo lasso di tempo che intercorre tra questo disco ed il precedente. Una pausa di cinque anni che potrebbe aver un po’ raffreddato il motore della band. Niente di particolarmente compromettente, comunque, solo qualche piccola incertezza di tanto in tanto, che comunque non affossa il prodotto finito.
I Defecto restano in ogni caso una realtà molto interessante, che dopo i primi passi effettuati seguendo i preziosi consigli di Rasmussen, ha ora imparato a camminare da sola.
                