Recensione: Eli – A Wonderful Fall from Grace

Di Roberto Gelmi - 23 Maggio 2024 - 12:00
Eli – A Wonderful Fall from Grace
Band: Teramaze
Etichetta: Wells Music
Genere: Progressive 
Anno: 2024
Nazione:
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80

La musica dei Teramaze è godibile, ogni nuova uscita solleva un certo interesse negli estimatori della band e non solo; nel caso del nuovo parto della band australiana, Eli: A Wonderful Fall From Grace, siamo di fronte al capitolo che completa la trilogia Halo iniziata con Her Halo e Sorella Minore. Il concept ci porta in un misterioso luogo chiamato Halo, l’origine della fama maledetta del protagonista Eli: a voi ricomporre il puzzle testi alla mano…

Concentriamoci allora sulla musica. Superato l’intro cinematico, l’opener “The Will of Eli” si presenta con le giuste dinamiche, ci vogliono infatti sessanta secondi in crescendo per ascoltare un ritornello orecchiabile e catchy accompagnato da un tappeto di tastiere che ricorda certo Kevin Moore che fu (attualmente è uno psichiatra).

Siamo di fronte a un buon pezzo, che negli otto minuti di cui si compone cambia più volte atmosfere e riesce a passare dal metal theateriano a momenti semiacustici da brividi. Ottima la produzione. Si è decisamente invogliati a proseguire l’ascolto.

Step Right Up” presenta lo stesso minutaggio del brano precedente. Siamo di fronte a un prog-power godibile e vengono in mente i cugini svedesi Seventh Wonder in quanto a ricerca melodica. Buoni gli assoli ma manca un po’ di creatività rispetto all’opener.

Una piacevole sorpresa comunque è alle porte… Dopo l’intermezzo esoterico “I Mantissa”, “Madam Roma” propone i Teramaze in salsa Symphony X (a metà tra V e Paradise Lost) e in tutta la loro potenza. Per capire di cosa sono capaci i nostri basti ascoltare la sezione centrale, tra unisoni, ritmiche rocciose e un crescendo dark niente male. Forse uno dei momenti più riusciti dell’intera trilogia del concept. La coda con pianoforte e sample con voci registrate ci riporta indietro nel tempo di almeno 30 anni, quando il prog. dettava legge.

Prima della suite finale c’è spazio per due brani “corti”, da 5 e 7 minuti. “Standing Ovation” convince a metà, complice un refrain poco incisivo, mentre “Hands are tied” coglie nel segno grazie a linee vocali sentite e ben interpretare. Trattasi di ballad vecchio stile, con prima parte voce-pianoforte e seconda con ripieni di chitarra e band al completo.

Tutto si chiude con “A Wonderful Fall from Grace”, un quarto d’ora di buona musica che prevede qualche sporadica concessione a certo sound djent (chi ha detto Periphery?) e parti di sassofono che danno un tocco di ricercatezza al tutto.

I Teramaze in definitiva non deludono e si confermano su livelli di tutto rispetto. Fate vostro Eli – A Wonderful Fall from Grace, non ve ne pentirete.

 

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