Recensione: End of September

Di Tiziano Marasco - 13 Settembre 2012 - 0:00
End of September
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Anno: 2012
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67

Baldanzosamente presentati dalla loro bio come “la giovane band più promettente della Svezia”, gli End Of September si presentano nel 2011 al traguardo dell’opera prima. Facendo alcune ricerche un po’ più approfondite non è difficile notare che i quattro di Växio sono sì giovani, ma di quelli più vicini ai trenta che ai venti. Tenendo infine presente che tutte le bio tendono a pompare il gruppo di cui parlano, resta il fatto che il loro omonimo debut album lascia delle buone impressioni. Si può dire che la band cerchi di fondere nella sua musica i Within Temptation agli Evanescence, aggiungendo certe sonorità tipiche dei Katatonia (quelli di “The Great Cold Distance” o “Viva Emptiness”). Ma lasciatevi dietro i conati che il nome Evanescence avrà sicuramente prodotto in voi e proseguite nella lettura.

Perché questi ragazzi hanno delle idee buone, anche se non sempre le esprimono al meglio. Cominciamo notando la brevità del disco, poiché un album gothic di 36 minuti non si era ancora visto. Per certi aspetti può incidere il fatto che vi siano solo nove composizioni, tutte sotto i cinque minuti, ma vi è un elemento che ha del sorprendente. In questo disco, a differenza del 99,98% delle produzioni gothic, manca la ballad. Vale a dire che i quattro hanno concepito il loro debut come una scarica di adrenalina continua, che non risulti eccessivamente pesante, ma comunque composto da brani tutti belli veloci e tirati, salvo alcuni sprazzi atmosferici di tastiera.
Va detto poi, che, pur essendo solo in quattro (basso, chitarra, batteria e comparsate della summenzionata tastiera), i nostri riescono a levare un muro sonoro decisamente notevole. A livello compositivo i 9 pezzi si somigliano parecchio, garantendo un’ottima compattezza lungo tutto l’arco del disco, anche se bene o male in ciascun brano prevalgono influenze via via diverse.
Ad esempio in “Fallen” (lo so, se si decidesse di tassare canzoni/album con questo titolo, si appianerebbe il deficit greco in pochi mesi) o in “Waiting for the Rain”, laddove la tastiera è più presente e compaiono dei growls, gli End of September ci riportano alla mente i Tristania di “Ashes” ed “Illumination”. “Exile” e “Inner Voice”, invece, uniscono alcune parti più violente sullo stile degli ultimissimi Within Temptation, spezzati da intervalli scarni, con una chitarra decisamente alla Katatonia. “Silence” e, soprattutto, “Autumn Brake”, poi, portano molto più in primo piano l’influenza dei fratelli Renkse, rivelandosi forse i passi più interessanti.
Poi chiaramente non è tutto oro. Si è detto della somiglianza delle canzoni, che va unita ad un songwriting non sempre impeccabile o, meglio, da limare, mentre i testi son quanto di più banale si sia sentito nel gothic. Ad esempio il singolo “Isolated” contrappone una strofa fantastica ad un ritornello assai approssimativo, che crea un grosso contrasto tra le due parti e, soprattutto, mette in luce i limiti vocali di Elin Redin. La cantante, infatti, prende a modello (come anche un sordo noterà) Sharon Den Adel e, soprattutto nei ritornelli, forza parecchio sulle tonalità più acute, producendo un effetto di stonatura. Una cosa simile potrà piacere ad alcuni e meno ad altri, ad ogni modo il particolare stile di Elin non mancherà di trovare detrattori ed estimatori in egual misura.

Insomma, sebbene non ci troviamo davanti né un nuovo “World of Glass” né a “Design Your Universe”, resta il fatto che l’esordio degli End of September ci mostra un gruppo con delle idee e degli ottimi margini di miglioramento. Molto apprezzabile il tentativo di distinguersi timidamente dalla massa informe del neogothic, tant’è che la band ha delle buone speranze di riuscirci con le prossime release.

Line Up:
Elin Redin – vocals
Erik Tordsson – guitars & vocals
Johan Nöjd – bass
Johan Svensson – drums

Tracklist:
01 Isolated
02 Fallen
03 A Place to Go
04 Exile
05 Inner Voice
06 Left in This World
07 Waiting for the Rain
08 Silence
09 Autumn Breaks

Tiziano “Vlkodlak” Marasco

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