Recensione: Enemy At The Gates

Di Alberto Franco - 14 Ottobre 2013 - 18:56
Enemy At The Gates
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2013
Nazione:
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75

Nati a Pescara nel 2001, con due full-length autoprodotti già all’attivo, i Thy Gate Beyond tornano sul mercato nel 2013 con il loro primo album prodotto da un’etichetta: la marchigiana SG Records.
 
La proposta del quartetto è semplice ma efficace: ci troviamo di fronte a nove brani, più una bonus track, di Thrash in puro stile Bay Area che non superano mai i 4 minuti, per una mezz’ora scarsa di puro assalto sonoro. In virtù di una carriera tanto lunga, la band dà la sensazione di essere molto affiatata e ciò emerge tanto dall’impatto dei brani quanto dalla prestazione di ogni singolo musicista. Possiamo infatti dire fin da subito che il risultato complessivo è assolutamente soddisfacente, apprezzabile tanto dai thrasher più intransigenti quanto da chi cerca buone band nell’underground italiano, senza badare troppo al genere.
 
Il punto di forza del gruppo è un sound che, sebbene non apporti alcuna innovazione, risulta personale e di sicuro impatto. I Thy Gate Beyond reinterpretano con perizia la lezione di band come Testament, Exodus e Slayer e grazie a qualche influenza moderna, soprattutto nella produzione, ci regalano dieci brani non certo indimenticabili, ma sicuramente divertenti e di sicura resa live. La chitarra di Guido D’Agostino snocciola senza soluzione di continuità riff al fulmicotone, alternati a momenti mosh degni dei migliori Anthrax. Molto meno incisiva la sezione solista, che emerge in pochi brani, come nelle ottime titletrack e “Back From Thy Gate Beyond”, due brani dove la chitarra ritmica rimane assoluta protagonista, ma che vengono impreziositi da assoli veloci e precisi, ideali per il genere proposto. Matteo Giancristofaro alla batteria non si risparmia di certo, creando assieme al basso un muro sonoro di ottima fattura. Merito anche di un intelligente uso del doppio pedale, che appare spesso nei brani senza mai risultare invadente. Infine, la prestazione dietro il microfono di Simone Flammini è assai variegata: si passa da un timbro sporco che a volte cade quasi nel growl ad acuti discretamente alti, anche se nella maggior parte dei casi il cantante cerca di mediare fra questi due estremi.
 
Le tracce si attestano all’incirca tutte sullo stesso livello, ragion per cui non è facile citarne una piuttosto che un’altra, tuttavia è interessante notare la citazione ‘megadethiana’ (solo) nel titolo di “My Brain Is Dead… Reactivate It’s Too Late”, un autentico esercizio di stile all’insegna del Thrash/Speed  di matrice americana. La penultima traccia, “The Culprit Chaos”, è già presente sul primo album della band, “The Power To Thrash”, tuttavia in questa nuova veste non sfigura affatto rispetto agli altri brani del lotto, dimostrando la continuità della band in fase compositiva. “Horror Paradise” è articolata su un aggressivo Mid-Tempo che risalta un ritornello molto semplice da memorizzare, per poi esplodere nell’ennesima cavalcata Thrash. La Bonus Track, “Parabellum”, è stata probabilmente esclusa dalla scaletta ufficiale per via di soluzioni stilistiche eccessivamente semplici, tuttavia rimane comunque un brano piacevole da ascoltare.
 
In conclusione, con “Enemy at the Gates” i Thy Gate Beyond sfornano nove nuovi brani senza alcuna pretesa se non quella di far divertire a colpi di thrash l’ascoltatore. Se volete un consiglio, non perdeteli se passano dalle vostre parti, perchè la forza di questi brani sta senza dubbio nella loro esecuzione live. Acquisto obbligato per ogni seguace del Thrash Underground.
 
 
Alberto “80’s Thrasher” Franco

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