Recensione: Entangled In Sin

Di Andrea Bacigalupo - 26 Settembre 2020 - 8:30
Entangled In Sin
Band: Hexx
Etichetta: High Roller Records
Genere: Heavy 
Anno: 2020
Nazione:
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78

Gli Hexx sono nati negli Stati Uniti nel lontano 1983. Insieme a Metal Church, Helstar, Savatage, Malice, Armored Saint e molti altri sono stati esponenti del movimento Heavy Metal americano sorto, all’epoca, per contrastare l’irruenza con la quale la NWOBHM si era infranta sulle coste del nuovo continente.

Di temperamento eclettico, la band si è però evoluta seguendo, grosso modo, lo sviluppo della frangia estrema del suddetto movimento.

Difatti, dopo il primo album ‘No Escape’ del 1984, ha cominciato ad introdurre, nel proprio stile, elementi Thrash oriented (‘Under the Spell’ del 1986), rimarcandoli sempre di più fino a passare al più furioso Death Metal espresso nell’album ‘Morbid Reality’ del 1991.

Una tale evoluzione stilistica ha comportato, giocoforza, l’instabilità della formazione, che, dopo vari mutamenti di lineup, si è sciolta nel 1995.

Passati ben diciotto anni, i membri fondatori Dan Watson e Bill Peterson decidono di rimettersi in pista, richiamando il cantante originale Dennis Manzo, presente nel già citato ‘No Escape’ e il nuovo batterista Gary Gutfeld.

Con tale formazione la band si è esibita al Keep It True Festival in Germania nel 2014.

Formazione che, nella realtà, è durata ben poco: in ‘Wrath of the Reaper’ del 2017 la lineup è rimaneggiata nella sua quasi totalità, con solo Dan Watson a rappresentare gli Hexx delle origini.

In compenso, degli inizi, viene riproposto il sound: ‘Wrath of the Reaper’ è un album di onesto, robusto e sano Heavy Metal, così come lo è il nuovo Full-Length ‘Entangled in Sin’, prodotto sotto High Roller Records e disponibile dal 25 settembre 2020.

Tanto per cambiare, troviamo un cambio di formazione: il bassista Mike Horn è stato sostituito da Don Wood. Per il resto la band sfoggia un Heavy Metal genuino, ben radicato secondo i canoni Old School dei primi anni ’80, portato ai giorni nostri attraverso una moderna produzione che ne esalta la potenza senza imporre sensazioni retrò o nostalgiche.

I brani grondano parecchia energia ed anche quel tanto di cattiveria che permette alla band di mantenere un piede all’interno dell’ambiente Thrash, ricalcando la passione per questo stile già manifestata da Dan Watson nelle epoche passate.

Orecchiabilità, riff trascinanti, strofe determinate, refrain coinvolgenti, voce caustica e arrabbiata, un sacco di assoli, buon muro ritmico e tanta grinta ed esperienza: gli Hexx targati 2020 applicano una formula vecchia di quasi quattro decadi che però piace sempre.

Il lavoro parte con due ottimi pezzi: ‘Watching Me Burn’ è caustica ed aggressiva, con un buon attacco ed un riff d’assalto, ‘Entangled In Sin’ è esplosiva, veloce e pestata, con strofe incisive e dirette ed un refrain prepotente equivale ad un torrente in piena di metallo allo stato liquido.

Due brani e si ha già voglia di correre sotto il palco.

E da palco è ‘Vultures Gather Round’ con la sua linea di chitarra ridondante e tagliente che non dà tregua.

Beatuful Lies’ è da manuale: veloce, melodica ed al contempo selvaggia, con un refrain stra-orecchiabile, di quelli che ti trovi a cantare in cucina lanciando speghetti da tutte le parti come se fossero le bacchette di una batteria, dimostra quanto la NWOHBM sia stata importante e che l’Heavy Metal, quello vero, non morirà mai.

Power Mad’ è furiosa e granitica, dai tratti epici nelle strofe e diretta nel refrain, con una buona battaglia di assoli vecchia maniera nella fase centrale.

Internal Enemy’ non fa prigionieri con la sua carica Thrash e l’andatura marziale di ‘Strive The Grave’ colpisce come un maglio.

Touch Of The Creature’ è ossessiva e ribelle, mentre ‘Wise To The Ways World’ è epica e vincente.

Over But The Bleeding’ chiude la versione in vinile del platter, drammatica ed emozionante, pesantemente spietata.

La versione CD, invece, prosegue con la Bonus Track inedita ‘Signal 30 I-5’ (titolo che richiama il cruento film ‘educativo’ ‘Signal 30’ del 1959 sugli incidenti stradali incluso anche nel documentario shock ‘Traces of Death IV’ sulle morti violente), dinamica e crudele, il cui termine ‘bonus’ è riduttivo, e due brani ripresi dall’album d’esordio ‘No Escape’ (‘Night of Pain’ e ‘Terror’), giusto per attestare il ritorno alle origini.

Entangled In Sin’ mostra una band compatta che sa il fatto suo, che porta la bandiera dell’Heavy Metal con forza e con orgoglio.

Speriamo che si stabilizzi per continuare su questa strada. Per ora il giudizio è altamente positivo.

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