Recensione: Enthrone Darkness Triumphant

Di Alessandro Calvi - 10 Novembre 2001 - 0:00
Enthrone Darkness Triumphant
Band: Dimmu Borgir
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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100

Il capolavoro del Black Metal Sinfonico. Non ci sono altre parole per definire questo disco.

I Dimmu Borgir, storica formazione di black sinfonico condensa in questo album tutti gli stilemi del genere dettandone al contempo le regole.
Si perchè questo disco oltre a contenere tutto ciò che un disco black sinfonico dovrebbe contenere è stato anche una tale pietra miliare da essere ripetutamente copiato da decine di altri gruppi. A sorprendere l’ascoltatore sono sopratutto le partiture orchestrali che si intessono nel songwriting a riff e ritmiche della batteria dalla violenza inusitata.

L’iniziale “Mourning Palace” è probabilmente la migliore canzone di black sinfonico mai realizzata e ci presenta subito tutti gli elementi che andranno ad accompagnarci lungo le 10 tracce, più una nascosta, di questo disco. Tutto sembra già stato detto con una canzone simile ad aprire le danze, ma i Dimmu Borgir non sono dello stesso parere e vogliono convincere anche noi piazzando una dietro l’altra una serie di canzoni che lasciano il segno.
Una menzione particolare merita ancora “Tormentor of Christian Souls”, divenuta famigerata dopo che qualche anno fa fu all’origine di una incomprensione tra i Dimmu e una rete televisiva scandinava. Infine a chiudere il disco c’è ancora spazio per una bonus track ripresa dal loro primo album For All Tid, in cui il gruppo ricorda gli inizi della propria carriera quando ancora cantavano nella loro lingua natale. A comporre il gruppo sono infatti gli storici Shagrath, Tjodalv e Silenoz che sembrano trovare l’alchimia giusta per realizzare un pezzo di storia (non a caso i dischi in cui loro tre sono insieme sono i migliori del gruppo). Tutti loro sono poli strumentisti, tanto è vero che sul primo disco dei nostri Shagrath suonava la batteria con Tjodalv alla voce. Questo non dovrebbe lasciare dubbi sul grado tecnico di questi musicisti, alla faccia di chi ancora pensa che la batteria sia campionata.

Ma lo spazio si fa tiranno e bisogna tirare le conclusioni, dunque cosa dire ancora? Moltissime sarebbero le parole che si potrebbero ancora spendere su questo disco ma la verità di fondo è che questo disco è immancabile sullo scaffale di chiunque voglia ascoltare dell’ottimo black, indipendentemente dalle etichettatura di true black o black sinfonico.

Tracklist:

01. Mourning palace 5:13
02. Spellbound (by the devil) 4:08
03. In death’s embrace 5:43
04. Relinquishment of spirit and flesh 5:33
05. The night masquerade 4:25
06. Tormentor of christian souls 5:39
07. Entrance 4:48
08. Master of disharmony 4:15
09. Prudence’s fall 5:57
10. A succubus in rapture 6:00
11. Raabjørn speiler draugheimens skodde 5:02 (Unlabeled track)

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