Recensione: Escape

Di Stefano Ricetti - 5 Ottobre 2009 - 0:00
Escape
Band: Black Deal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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74

I Black Deal nascono all’interno del carcere minorile di Torino, agli inizi degli anni 80. Ne fanno parte due “residenti” e un esterno, il giovane batterista degli Zauber Massimo Cavagliato; per un periodo collabora anche il chitarrista dei Fil Di Ferro Danilo Ghilieri. Dopo un intenso periodo di preparazione, il gruppo esordisce dal vivo in uno dei più importanti locali della Torino underground, il Centralino. Seguono date al Big, al Metro e in molti altri spazi al chiuso e all’aperto. Spesso i Black Deal dividono il palco con gli Zauber, con cui il chitarrista Mauro Cavagliato collabora anche per le registrazioni di alcuni brani. Partecipano alle compilation “Profumo Di Rovina” e “Made In Italy”. Il loro successo cresce e li porta in pochi mesi al vertice delle preferenze dei metallari piemontesi. Emancipatisi nel bene e nel male dalla prudente tutela degli Zauber e superati certi impedimenti “legali”, assumono un cantante, Marco Bragandin, e prendono a girare l’Italia con ottimi risultati. Tuttavia scontri caratteriali e cadute autodistruttive li portano rapidamente allo scioglimento, che precede di pochissimo la scomparsa di due componenti. Resta in mano al superstite Massimo Cavagliato (principale autore dei testi) un master di inediti, registrato tra il 1983 e il 1986, che fotografa l’energia disperata di una talentuosa meteora.

Queste più o meno le righe di presentazione ufficiale di Escape da parte di Andromeda Relix e New LM Records.

La prime tre tracce risalgono ai “test room 1984” del gruppo torinese: la strumentale Black Deal interiorizza la lezione degli Iron Maiden alla grande proponendo continui cambi di tempo ed escursioni chitarristiche tipiche della band di Mr. Steve Harris degli inizi con però l’aggiunta di alcune parti di tastiera che rendono molto più profondo il messaggio globale. Life è il primo attacco HM in piena regola nella fattispecie alla maniera dei Saxon più intransigenti e rozzi, quelli che talvolta poggiavano l’andamento dei brani sulle coordinate del basso di Steve Dawson, esattamente come fa Michele Nallino per i Black Deal nel caso. Davvero grandiose le sensazioni e addirittura i profumi anni Ottanta sprigionati da questo pezzo, al di là della produzione minimale, tipica di quei tempi per i gruppi italiani. Nightmare, grazie all’ausilio delle tastiere suonate da Mauro Cavagliato e all’ottimo solo di matrice americana da parte del chitarrista Cristian Zanirato riesce a discostarsi – sebbene di poco – dall’influenza Nwobhm.

Il primo pezzo appartenente alle registrazioni in presa diretta effettuate in studio del giugno 1986 è Deserve a Laugter, episodio tipico dell’HM classico tricolore di quegli anni con l’aggiunta di robuste connotazioni marcate Angel Witch. La sinistra Escape si fa notare in virtù del forte riff e appena dopo i Nostri si cimentano in Strange Way To Love (Praying Mantis) che, seppur sofferente di tutte le inevitabili pecche di una canzone carpita “al volo” denota le impennate a la David DeFeis di Marco Bragadin. La successiva Nightmare ripropone il brano numero tre senza sostanziali differenze ma è con Knights On Fight che scatta l’headbanging sfrenato, come se si fosse nel pit di fronte ai Black Deal ai tempi d’oro: HM diretto condito da un coro/controcoro da massacro collettivo garantito in sede live. Freedom ricorda molto i colleghi Vanadium per via del lavoro della chitarra, un poco meno per quanto attiene il refrain e si chiude con il suono da orgasmo, sferragliante al punto giusto e dal retrogusto Punk ancora della sei corde imbracciata da Zanirato, vicinissimo ai Motley Crue d’annata in Rock On, traccia numero dieci. Il pezzo si sviluppa su trame prevalentemente di derivazione Hard Rock, di quello massiccio, proprio come la band di Nikki Sixx era usa fare e culmina nel chorus da pugno alzato obbligatorio, “Rock On”, appunto.

Booklet di otto pagine contenente probabilmente quanto possibile racimolare riguardo i Black Deal: oltre alle due facciate centrali zeppe di foto d’epoca vi è la mini-storia della band e il ricordo di Cavagliato a riguardo, comprensivo dell’ideale saluto a Cristian e Michele. Copertina e retrocopertina molto particolari, dai sicuri significati, che meritano di essere interpretate come consiglierebbe il cuore in questi casi. Nonostante le dieci tracce di Escape siano state rimasterizzate quest’anno da Beppe Geracitano, la resa sonora è comunque quella che è: si tratta pur sempre di materiale anni Ottanta di estrazione underground, particolare che non inficia per nulla il valore assoluto di un ripescaggio del genere, che rimane vera manna per gli appassionati di quegli anni metallici tricolori.


Stefano “Steven Rich” Ricetti


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Tracklist:
1. Black Deal
2. Life
3. Nightmare
4. Deserve a Laugter
5. Escape
6. Strange Way to Love (Praying Mantis)
7. Nightmare
8. Knights on Fight
9. Freedom
10. Rock On

Line-up:
MASSIMO CAVAGLIATO – Drums
MARCO BRAGANDINI – Lead vocals
MICHELE NALLINO – Bass
CRISTIAN ZANIRATO: Lead guitar, Lead vocals

 

 

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