Recensione: Escape From Melody

Di Luca Trifilio - 22 Dicembre 2009 - 0:00
Escape From Melody
Band: Loculo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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50

Ci sono casi in cui l’immagine e l’apparenza non corrispondono al contenuto effettivo. Discorso valido in una moltitudine di contesti, ma in questo caso applicato alla musica ed alla presentazione di una band e di un disco in relazione alla musica proposta. I genovesi Loculo, giunti al loro terzo demo, a dispetto di foto promozionali e di un’immagine simpaticamente “cazzona”, senza dimenticare i demenziali titoli delle canzoni, arrivano a sorprendere l’ascoltatore quando, una volta inserito il cd nello stereo, si scopre che in realtà il loro non è thrash spensierato e divertente, affondando piuttosto le proprie radici in una certa tradizione black metal.

Escape From Melody è un lavoro concepito come vero e proprio full length, in virtù della sua durata (un’intro e 7 brani, per un totale di quasi 37 minuti) e della professionalità con cui il prodotto è realizzato, a partire dallo spassoso artwork. A seguito di un’introduzione tratta dal film western Il Mio Nome E’ Nessuno, il primo impatto con il Loculo-sound è offerto da Spaghetti Thrashers, il cui titolo farebbe naturalmente pensare ad un brano thrash in tutto e per tutto, con attitudine particolarmente scanzonata e divertita. E invece si scopre che il genere proposto dai tre genovesi non è quello previsto, in quanto il mood del pezzo è black, sia nel cantato che nel sound delle chitarre: un black rozzo e sporco, dalle forti venature thrash, con delle accelerazioni mai convincenti per via della pochezza delle parti di batteria e della piattezza del riff. Cowripper segue la stessa linea della precedente, ed introduce altre due caratteristiche del disco: le parti lente e claustrofobiche alle soglie del doom e l’abuso di riff banali giocati su una singola nota suonata velocemente. E’ con Raining Beer – ancora una volta, non lasciatevi ingannare dal titolo – che si ha un primo picco di attenzione, dovuto alla cadenza ritmica particolarmente adatta all’headbanging, un tempo mediamente veloce che riesce ad essere coinvolgente nonostante si perda presto in soluzioni chitarristiche abusate e banali.

In Radio 666 continua l’uso smodato di riff poveri, dallo scarso gusto musicale e poco incisivi, e nell’economia del brano non aiutano i frequenti stop & go. Dementor, a parte il solito, ennesimo riff giocato sulle modalità sopra descritte, va segnalata solo per la demenzialità, appunto, di una parte in cui la chitarra è usata in modo da emettere dei suoni “stupidi”. La successiva Jekyll & Hyde, invece, presenta qualche elemento di interesse: trattasi di un brano che alterna passaggi lenti ad altri più veloci, proprio a sottolineare il contrasto tra le due entità, sofferta la prima, feroce ed aggressiva la seconda. L’alternanza viene ostentata anche mediante l’utilizzo delle vocals – qui Teo duetta con Krieg degli Hexenfaust – in una sorta di confronto tra le due diverse entità. In coda al disco è posta la cover di Nightmare dei seminali brasiliani Sarcofago, ben calata nella cifra stilistica dell’album sebbene siano evidenti una qualità compositiva ed una malvagità di fondo che i Loculo per adesso possono solo ammirare da lontano ed omaggiare. Al termine della canzone, infine, è presente una breve e scherzosa cover della sigla de Il Pranzo E’ Servito, il programma televisivo condotto da Corrado.

Risulta evidente che l’attuale livello dei Loculo, o perlomeno quanto immortalato tra i solchi di questo Escape From Melody, non sia soddisfacente, per via di limiti tecnici e compositivi che inficiano la buona riuscita dei brani proposti. Oltre ad una proposta estremamente derivativa – si pensi proprio al black/thrash di scuola sudamericana – i nostri non riescono ad imprimere né personalità né soluzioni interessanti in questo album, autoprodotto con passione ed impegno, ma che fallisce il risultato fondamentale. Un’ultima considerazione va alla qualità di registrazione, sporca e grezza come piace ai puristi di un certo tipo di underground musicale, ma che ha il difetto di un volume della chitarra solista assurdamente basso.

Luca ‘Nattefrost’ Trifilio

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Tracklist:

01.    Intro (00:43)
02.    Spaghetti Thrashers (04:45)
03.    Cowripper (04:05)
04.    Raining Beer (04:24)
05.    Radio 666 (04:40)
06.    Dementor (05:00)
07.    Jekyll & Hyde (06:51)
08.    Nightmare (Sarcofago cover) (06:26)

Line-up:

Teo “Deviato Mentale” – voce, chitarra
Franco “Bulldozer” – basso
Rugge “O’Mazzuolatoro” – batteria

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