Recensione: Evil Invaders [EP]

Di Nicola Furlan - 21 Marzo 2013 - 17:45
Evil Invaders [EP]
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Anno: 2013
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Ecco qui un’altra band esordiente dedita al sano e puro thrash/speed metal vecchio stile. Ecco qui gli Evil Invaders, quartetto proveniente dalla provincia di Limburg, in Belgio. Capitanati dal leader e fondatore Jöe Anus, i Nostri sembrano aver trovato il loro flusso canalizzatore in grando di farli viaggiare indietro nel tempo, negli anni del grande speed metal europeo che già si lasciava guidare da quel filo grezzo che tanta fortuna fece trovare ai capostipiti del thrash metal teutonico. Ecco quindi che ci vengono regalati questi ventisette minuti di musica tirata, feroce quanto basta, ma che al contempo non tralascia quel gusto melodico che innalza di parecchio la qualità dei sei pezzi proposti e, non ultimo, dal punto di vista produttivo, rende anche attuale il sound degli Evil Invaders.
È pur sempre vero che come tutti gli esordi, anche questo omonimo EP altro non è che un indicatore di quanto tale band possa essere apprezzata nell’ambito del circuito che conta. La risposta che possiamo dare alla band è: sì, il risultato è apprezzato. E lo diciamo con buon entusiasmo anche perché sarebbero davvero bastati altri tre/quattro brani della medesima fattura per rendere omaggio all’inizio di carriera con un vero e proprio full-length. Non sono infatti presenti cover di colleghi che possano aver ispirato i membri della band, né riproposizione alcuna di qualche brano ‘atipico’ che catturi curiosità ed attenzione mediatica. No, nulla di tutto questo. “Evil Invaders” propone pezzi propri, dal primo all’ultimo, strumentale compresa. “Evil Invaders” profuma di Forbidden, di Kreator, di Exciter e di un briciolo di Acid Drinkers… e forse di tanto altro ancora. C’è molto più di altri che degli Evil Invaders stessi in questo loro esordio discografico sotto Hammerheart Records. Però, ciò non toglie che la band non abbia saputo gestire bene il proprio parco d’esperienze e riproporlo al meglio, con genuinità (…adolescenziale!) e senza mascherarsi dietro alla classica lattina di birra.
In definitiva, siamo di fronte ad un gruppo che s’è tuffato a bomba nel competitivo mercato del thrash metal internazionale ben conscio che sarà assai difficile riuscire ad emergere con facilità dalle sgomitate che arriveranno da sopra il palco, in quanto quello è il posto che il gruppo mira ad occupare. Non più fan ormai, ma musicisti in cerca di gloria! Non sarà facile, per nulla, la strada che porta alla personalità compositiva è ancora molto lunga, ma perché non dare una possibilità a chi, alla fine dei conti, altro non fa che rispettare il passato e, sopratutto, cerca di farlo al meglio? Il resto verrà…

Nicola Furlan

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