Recensione: Excalibur

Di Simo Narancia - 15 Marzo 2002 - 0:00
Excalibur
Band: Grave Digger
Etichetta:
Genere:
Anno: 1999
Nazione:
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75

Dopo la buonissima impressione che mi avevano fatto con “Knight of the Cross” , tornano i Grave Digger con questo “Excalibur” che oltre ad essere l’ultimo lavoro con Uwe Lulis alla chitarra , è anche l’ultimo della trilogia medievale (dopo quelli su W. Wallace e i Templari è la volta della “Tavola Rotonda”).
Questo lavoro conferma in parte la buona prova del disco precedente: le parti più potenti e tirate sono buone, con le chitarre ben ispirate, però manca quel pizzico di originalità in più che aveva “Knight of the Cross” soprattutto nei passaggi più cadenzati. Buona , come sempre , la prova di Chris Boltendahl che pur non avendo una voce “affascinante” rende molto caratteristici i pezzi. Inoltre nei vari break melodici riesce a restituirci una voce “normale” .

Dopo una breve intro attacca subito “Pendragon” , tipico pezzo sparato con ritornello da gridare in sede live e subito si capisce di che pasta è fatto il gruppo. Successivamente è la title track “Excalibur”a deliziarci con accelerazioni di pristeiana memoria alternate ai cori tipici del combo teutonico. Si rallenta con “The round table (Forever)” dove a farla da padrone sono i “soliti” cori epici.
Si arriva così ad uno dei miei pezzi preferiti (non solo di questo disco ma dei GD in genere) “Morgane Le Fay” : in questo pezzo a mio parere è racchiuso tutto lo spirito dei GD fatto di parti lente ed evocative alternate ad accelerazioni poderose e cori trascinanti. (Anche se forse i fan di vecchia data preferiscono il gruppo alle prese con pezzi più tirati e aggressivi).
Il Cd scorre via tra pezzi più cadenzati come “The spell” o “Lancelot” (un buon esempio di metal vecchia maniera) ed altri più veloci come “Tristan’s fate” e “Mordred’s song” . Da menzionare anche “Emerald eyes” : duetto improbabile tra piano e voce che si sviluppa in una song evocativa e piena di tristezza.
Chiudono questo lavoro “Avalon” , ottimo mid tempo e, “Parcival” una bonus track veloce e potente sulla scia di “Tunes of war” .

Tirando le somme si può dire che è un buon disco interpretato bene da una band ormai navigata , anche se a parte qualche episodio non vive di spunti particolarmente brillanti ma si adagia su degli stilemi già percorsi e di sicuro successo. Consigliato a chi ha apprezzato particolarmente le ultime produzioni della band .

Tracklist:
The secrets of Merlin
Pendragon
Excalibur
The Round Table ( Forever)
Morgane Le Fay
The spell
Tristan’s fate
Lancelot
Mordred’s song
The final war
Emerald eyes
Avalon
Parcival (Bonus Track)

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