Recensione: Extracted from Intersection

Di Alberto Fittarelli - 27 Settembre 2003 - 0:00
Extracted from Intersection
Band: Kenòs
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Davvero ottimo questo EP di 3 pezzi degli italianissimi Kenòs, band che in pochi anni ha saputo crearsi una solida reputazione negli ambienti estremi italici con un death tecnico e fantasioso, debitore sicuramente di gruppi come i Death o gli Atheist ma a cui il gruppo riesce ad abbinare una forte personalità ed un feeling non comune.

Due delle canzoni incluse nel dischetto andranno a far parte del primo full-lenght dei lombardi: si tratta della opener Dracona e della successiva Intersection, title-track dell’incombente album. La prima è una suite da ben 9 minuti e mezzo abbondanti, contenente tutto quello che potete chiedere ad un pezzo death metal articolato ed ‘open-minded’: si va da un’intro sinfonica ed epicheggiante a breaks allucinati, divisi tra una base hard rock espressa dalle chitarre di Domenaz e Jaco ed una sezione jazzata creata dal basso di Cello e dall’ottima batteria di Serz; un’organico che era necessario menzionare perchè davvero affiatato e compatto, autore di una performance di prima classe.
Incornicia il tutto, con uno screaming acuto e metricamente calzante, il cantante Alex, che a volte mi ha ricordato, per il timbro e l’impostazione, un certo Dani dei più celebri Cradle of Filth…

Naturalmente la base musicale è completamente differente, del tutto mutevole e difficile da assorbire ad un primissimo ascolto; caratteristica che viene confermata dalla seconda Intersection, che con un incipit semplicemente splendido, acustico e cadenzato, ci porta su territori musicali più vicini alla scena melodic-black svedese (ricordate i Dawn di “Slaughtersun”?), per poi cambiare improvvisamente tonalità e virare su colori più cupi, un’atmosfera oppressiva ed ancgosciante, prima del ritorno alla melodia e di nuovi rovesciamenti di fronte, sino al crudo finale. Sicuramente il pezzo migliore tra quelli proposti, davvero una piccola gemma.
Chiude il promo una traccia acustica proposta come bonus-track, Eyes of Hurricane: semplice e dai suoni limpidi, riporta la mente alle atmosfere dei primi Dark Tranquillity, ed a pezzi come Through Ebony Archways e Mine is the Grandeur… Al di fuori di ogni paragone più o meno calzante, si tratta di un’outro azzeccata e toccante, perfetta per concludere il discorso.

I Kenòs si pongono quindi come realtà da considerare assolutamente, una band pronta al grande salto del full-lenght, con forse solo qualche cerebralismo di troppo da limare, ma nulla di grave; il voto finale è relativamente contenuto solo perchè il materiale in effetti è poco, ma sono sicuro che potrò ribadire la mia opinione con il debut album di questi ragazzi.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli


Tracklist:

1. Dracona
2. Intersection
3. Eyes of Hurricane

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