Recensione: Fear The Universe

Di Stefano Ricetti - 27 Aprile 2009 - 0:00
Fear The Universe
Band: Martyr
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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63

Per gli amanti dei ripescaggi del passato potrebbe essere interessante accaparrarsi il doppio digipak a opera della Rusty Cage Records che fa uscire sul mercato la nuova fatica dei ricostituiti Martyr da Utrecht (Olanda) – assolutamente non da confondersi con gli omonimi, sempre “orange”, blacksters di Roosendaal – accompagnata dalla versione remaster del Loro miglior album in carriera, quel For The Universe uscito nel 1985. Nati nel 1982 per volere del chitarrista Rick Bouwman, i Nostri dopo un paio di demo si contendono le attenzioni del pubblico dei Paesi Bassi rivaleggiando degnamente, nel periodo successivo alla release sopraccitata, con colossi come Picture e i belgi Ostrogoth. Ciliegina sulla torta il tour in qualità di supporting act ai canadesi Exciter, all’apice della forma e della visibilità in quel periodo. Segue il full length Darkness at Time’s Edge, praticamente il canto del cigno del gruppo e l’effettivo scioglimento intorno al 1990.

La recente reunion prevede tre quinti della formazione 1985, quindi ha assolutamente un suo perché, c’è piuttosto da chiedersi come mai vi sia questo proliferare di ritorni più o meno eccellenti a tutte le latitudini, ma approfondire in questa sede sarebbe assolutamente OT – anche se molto interessante – e e uno sfregio ai cari e vecchi Martyr.

Iniziando dall’allora acclamato For The Universe, si erge sul resto dei pezzi – di cui tre strumentali – Speed Of Samurai, uno dei manifesti storici del Dutch Metal, dove il singer Gerard Vergouw fa il bello e il cattivo tempo e il resto viene delegato a dei Martyr in stato di grazia: chitarre Nwobhm, cambi di tempo assassini, cori a effetto e tanto, tanto, HM. Una sorta di mix al meglio fra Heavy Load e Iron Maiden. L’intricato lavoro delle asce, tipico del trademark dei Nostri, si sublima in Four Walls, così come i duelli si mantengono a livelli di guardia in The Awakening, dove il singer è vicinissimo al miglior Di’Anno dei tempi d’oro.                   

Le note dolenti riguardano invece Fear, la nuova creatura, composta da cinque canzoni prevedibili e prive di mordente, a tratti dal taglio forzatamente moderno. Oltre a questo, che dovrebbe bastare da solo, dietro al microfono vi è l’avvicendamento da parte di tale Robert Van Haren, non un brocco, sia chiaro, ma meno tagliente e penetrante dello storico predecessore. Parziale eccezione per il pezzo Eaten Alive dove i Martyr rispolverano un po’ della vecchia grinta e a tratti pestano come i Krokus dei tempi d’oro. 

In definitiva Fear The Universe possiede il necessario “value for money” solo per la versione remaster di For The Universe, Fear funge da “spessore” nella confezione, o poco più.      

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist Cd One “Fear”:
1. The Most Evil
2. Fear
3. Different Kind Of Rain
4. Take Me Home
5. Eaten Alive

Line-up:
Robert Van Haren – voce
Rick Bouwman – chitarra
Marcel Heesakkers – chitarra
Antoine Van Der Linden – basso
Wilfried Broekman – batteria

Tracklist Cd Two “For the universe”:
1. For The Universe – Theme
2. Speed Of Samurai
3. The Eibon
4. Four Walls
5. The Awakening
6. Black Sun
7. For The Universe – Requiem

Line-up:
Gerard Vergouw – voce
Rick Bouwman – chitarra
Marcel Heesakkers – chitarra
Antoine Van Der Linden – basso
Elias Papadopoulos – batteria

 

 

 

 

 

 

 

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