Recensione: Final Warning

Di Carlo Passa - 11 Gennaio 2013 - 0:00
Final Warning
Band: Oxygen
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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75

Interno di un negozio di dischi. Due amici scartabellano tra i vinili.
“Che ne dici di questi Oxygen?”
“Ho letto una buona recensione. Somigliano ai TNT. Ma ho appena speso 15.000 lire per l’ultimo degli Helloween…”
“Ah, è uscito? Come si chiama?”
“Keeper of the Seven Keys; è la prima parte di un doppio. Dicono sia un gran disco”
“Me lo registri? Domani ti porto una cassetta: basta da 60 minuti?”

Lo avrete capito: siamo nel 1987 e tutto torna, tranne il fatto che, a quei tempi, gli Oxygen fossero ancora anime in attesa d’incarnarsi e il loro esordio “Final Warning” non sarebbe uscito che venticinque anni dopo.
A dire il vero, tutto questo tempo non sembra passato affatto per la band svedese, che suona esattamente come una band melodic hard rock della seconda metà degli anni ottanta: e, va detto, lo sa fare alla grande.

Il disco gioca intorno a refrain molto accattivanti e volutamente datati, riuscendo tuttavia a non scadere nella banale ripetizione di modelli irraggiungibili.
Come accennato, tra le influenze degli Oxygen il riferimento principale sono proprio i TNT (anch’essi scandinavi), massimamente in virtù della voce acuta di Tony Niva, una sorta di Tony Harnell del terzo millennio.
Ma siamo certi che, oltre a i TNT, la collezione di dischi degli Oxygen pullula dei vinili di Dokken e Firehouse, oltre che di qualche Best Of dei Journey.
La qualità media delle canzoni è alta. Alcune di esse sono, tuttavia, meritevoli di una menzione a sè. La opener “Janitor of Love” risplende grazie a un ritornello davvero d’antan capace di far sussultare i cuori di ogni rocker che si rispetti.
Le ballad “I Remember” e “You”, poi, hanno quella pomposa malinconia che farà sognare tanti adolescenti che furono e, auspicabilmente, altrettanti che sono.
Pur nella sua leggerezza scanzonata, “We Must Fight” è una piacevole variazione sul tema in grado di tenere alta la tensione, così come la splendida “Best Days of Our Lives”, decisamente debitrice nei confronti dei migliori Dokken.
A stupire (in positivo) è la capacità della band di riprodurre filologicamente i suoni e, soprattutto, l’attitudine di quegli anni lontani.

Va, dunque, da sè che gli Oxygen non inventino niente: la completa mancanza di originalità non è, quindi, da computarsi nella valutazione di “Final Warning”, che anzi fa della ottima riproposizione di stilemi antichi il proprio punto forte.
Se vogliamo trovare un limite agli svedesi è da cercarsi nella voce di Niva che, esattamente come quella di Harnell nel 1987, alla lunga rischia di scadere in una certa ripetitività, risultando poco incisiva.

Da ascoltare provando a infilarsi un paio di spandex…

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Tracklist:

01. Janitor Of Love
02. Anything For You
03. When Tomorrow Never Comes
04. I Remember
05. Gold From The Future
06. We Must Fight
07. I Wanna Know For Sure
08. Bring Back The Joy
09. Best Days Of Our Lives
10. You

Line Up:

Tony Niva – Voce
Roger Ljunggren – Chitarra
Marcus Persson – Tastiere
Bengan Andersson – Batteria
 

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