Recensione: Fireworker

Di Giorgio Giusti - 28 Settembre 2020 - 10:02
Fireworker
Band: Gazpacho
Etichetta: Kscope
Genere: Progressive 
Anno: 2020
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
85

A volte capita di avere idee o opinioni condizionate in principio, magari solo per un effimero pregiudizio iniziale. Gazpacho, che nome è per una band? Quello di una zuppa?  I componenti del gruppo sono norvegesi e si dilettano con il progressive alla Marillion, addirittura ne facevano delle cover; sono anni che pubblicano album e sembrano avere consensi dalla critica d’élite.

Fireworker è il titolo della loro ultima uscita, la curiosità sale… Il primo pezzo, “Space Cowboy”, dura quasi venti minuti, c’è atmosfera, il suono è cangiante, con sentori di Porcupine Tree tra saliscendi di emozioni sonore e parole profonde che descrivono il nostro mondo interiore; bella la voce di Jan Henrik davvero in simbiosi con l’atmosfera ed il contesto proposti. Le diverse parti di “Space Cowboy” sono coese tra loro con soluzioni di continuità, il pezzo scorre leggiadro, ma è anche penetrante, non annoia, semmai rapisce; ci sono sorprese lungo la strada, un coro completo, ad esempio, si aggiunge al secondo e quarto movimento del brano, puro spettacolo. La successiva “Hourglass” con le sue linee inquietanti di pianoforte ammalia nuovamente l’ascoltatore, le chitarre si sentono eccome, anch’esse avvolgenti insieme al violino di Mikael Kromer.

Dopo la prima parte di Fireworker i preconcetti verso i Gazpacho iniziano a svanire… Fireworker apre il secondo lato ed è il singolo dell’album, la batteria di Robert Johansen si prende il suo spazio e il brano scorre con energia, ma sempre con le sue mille e particolari sfaccettature. È la volta di “Antique” il momento più atmosferico dell’intero lavoro, resta sospesa, eterea, ma allo stesso tempo ti avvolge… Infine “Sapien” è un altro must di Fireworker, con i suoi quindici minuti siamo proiettati di nuovo nel turbinio di suoni, discese, risalite, la chitarra ritmica ci guida decisa per l’intero pezzo, questa volta abbiamo una linea sicura e solida, ma intorno resta ancora tutto il vortice di suoni, emozioni, melodia e pensieri.

Fireworker è un gran bel disco, progressive rock di elevata caratura, un lavoro che ti affascina, ti inganna, ti prende per mano, non c’è un secondo di noia. Gli va concesso spazio e libertà all’inizio, va accolto con curiosità e il giusto tempo, ma poi ti prende e ti porta con sé…

Grandi questi norvegesi, provengono da una terra di black e death metal ma anche di prog rock, sì, proprio così, i Gazpacho ne sono degnissimi portavoce!

Ultimi album di Gazpacho

Band: Gazpacho
Genere: Progressive 
Anno: 2020
85